Non è facile farsi eleggere. Ci vogliono tanta fatica e tanti soldi. La campagna elettorale per le Europee costa dai 50mila euro in su, fino ad arrivare a 200mila, e solo i big hanno il sostegno economico completo del partito. Gli altri si devono arrangiare con i mezzi propri – compresa la propria automobile da consumare attraverso circoscrizioni elettorali enormi (esempio quella del Centro Italia comprende il Lazio, le Marche, l’Umbria, la Toscana) con grande dispendio di pneumatici, benzina e pedaggi autostradali – e in queste ore specie il Pd è pressato dagli esterni in odore di candidatura: «Sì, mi candido con voi ma chi paga? Pagate voi?». E il soldi per cene e banchetti elettorali (si veda in proposito la magnifica serie pittorica intitolata «La campagna elettorale», opera di William Hogarth nel 1755), per affittare le sedi dei comitati elettorali, pagare i galoppini (ancora esistono), allestire la comunicazione sui social, creare gli spot e mettere i «faccioni» cioè i mega cartelli con il volto dei candidati, antica pratica tornata in uso in questo inizio di gara verso il 9 giugno. Sì, tanta fatica, tante spese (quelli del Pd al Nazareno invidiano Renzi: «Beato lui che è milionario!»), il rischio di ingrassare troppo (le abbuffate a tarda notte da dopo comizio) o di saltare i pasti saltando da un angolo all’altro del mega collegio con la certezza di prendere chissà quante multe perché il candidato deve correre veloce. Però, il sacrificio poi sarà ben ripagato se lo scopo viene raggiunto.
IL REDDITO
L’elezione a eurodeputato vale 3 milioni di euro, garantiti in 5 anni, senza rischio d’interruzione per voto anticipato.
I BENEFIT
Gli eurodeputati hanno anche diritto a 28.700 euro per assumere assistenti. Al massimo 3 a Bruxelles e quanti ne vogliono nel loro collegio. I portaborse non possono essere parenti stretti, dopo lo scandalo che s’è avuto per Riccardo Bossi, il figlio maggiore dell’Umberto. Tutto qui? Macché: ogni eurodeputato può invitare fino a 110 visitatori l’anno a Bruxelles o a Strasburgo, che costano 540 euro a testa. Tutto compreso, ogni parlamentare europeo dispone (che non significa che si intasca) di 50mila euro mensili. Più i benefit (la palestra e via dicendo). Sarà per questo che l’Europarlamento, nel 2023, ha avuto un costo di 2,2 miliardi euro.
Di fatto, la «bambagia» – sia detto senza demagogia anti-politica, anzi con ammirazione per chi vince il super-premio – è una condizione politico-esistenziale molto ambita ma non è facile vincere la lotteria. Perciò tutte le discussioni di questi giorni sulla collocazione in lista (in testa passi, in mezzo no e in coda si rischia di essere solo dei riempitivi) delle centinaia di aspiranti. Chi ce la fa avrà pure una sinecura per la tarda età. Al compimento dei 63 anni, scatta infatti la pensione che in media – ma poi dipende da tante cose – è di 2.700 euro al mese. Tanto vale, insomma, spendersi e spendere (anche indebitandosi), perché poi non si diventa onorevoli ma super-onorevoli.