La storia è andata avanti fino a marzo 2015, quando il padre dello studente, dopo aver scoperto sull'iPad del figlio le foto nude della donna che il ragazzo aveva salvato nella cartella delle immagini, si rivolse alla polizia. L'indagine degli investigatori portò in breve tempo all'arresto di Krista Ann, che fin dai primi momenti, pur ammettendo la relazione che aveva avuto con lo studente, si difese appellandosi al diritto di esercitare la propria libertà d'espressione, sancito dal primo emendamento della Costituzione americana. Il bello è che una decisione di una Corte statale, in un primo tempo, le dette ragione.
Poi, nel marzo dell'anno scorso, la corte suprema del Minnesota intervenne ribaltando la situazione e stabilendo che il divieto di avere contatti sessuali di qualunque tipo con un minorenne non ha nulla a che vedere con la libertà d'espressione. Un intervento deciso che ha messo con le spalle al muro Krista Ann, alla quale non è rimasto altro da fare, giovedì scorso in tribunale, che dichiararsi colpevole e rimettersi alla decisione di giudici che il 6 aprile stabiliranno quale condanna dovrà scontare. «È fondamentale vietare agli adulti colloqui sessualmente espliciti con minorenni finalizzati a provocare in loro un'eccitazione sessuale - ha detto il procuratore della Contea di Dakota, Jim Backstrom - Siamo lieti di aver consegnato Krista Muccio alla giustizia per aver violato questa legge».
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