Mattarella e i valori della Repubblica: «Decisiva la lotta alla corruzione»

Mattarella e i valori della Repubblica: «Decisiva la lotta alla corruzione»
di Paolo Cacace
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Giovedì 2 Giugno 2016, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 09:08

ROMA - E' una festa speciale questa che si celebra nel settantesimo anniversario della nascita della Repubblica. E l'atmosfera di particolare partecipazione si respira nei saloni e dei giardini del Quirinale dove Sergio Mattarella riceve gli ambasciatori e assiste al concerto (anch'esso speciale) dei tre solisti Salvatore Accardo, Mario Brunello e la giovanissima Beatrice Rana, diretti dal maestro James Conlon, prima di partecipare al tradizionale ricevimento per il corpo diplomatico; dopo che in mattinata aveva inaugurato il restauro della storica porta del Quirinale. Il capo dello Stato parla a braccio, ma nelle sue parole c'è la consapevolezza che l'anniversario - anche per la difficile situazione internazionale - richiede riflessioni appropriate. Ecco quindi che egli ricorda non a caso come la nostra Repubblica sia nata con la vocazione alla pace, all'apertura agli altri Paesi «non soltanto al dialogo ma alla collaborazione con essi, all'integrazione dell'Europa, al rispetto e al sostegno nei confronti delle organizzazioni internazionali».

L'UNITA' DEL PAESE
Parole che implicitamente, ma in modo chiaro, tagliano corto nei riguardi di chi - dentro e fuori - invoca muri e barriere di fronte all'emergenza immigrazione. D'altra parte, spiega chiaramente Mattarella che «le cerimonie per il 2 giugno sono momenti volti più che a celebrare a riaffermare i principi su cui si ispira la Repubblica e in cui si ritrova, oggi pienamente unito il nostro Paese». Sono il valore della libertà, della uguale dignità di ogni persona e quello della solidarietà - soggiunge il capo dello Stato - quelli che caratterizzano la nostra Costituzione e rappresentano le basi della nostra democrazia.«Sono i valori prescelti settant'anni fa e ben raffigurati dal primo voto espresso dalle donne - ricorda Mattarella - e costituiscono i criteri di comportamento e gli obiettivi da perseguire». Certo c'è bisogno di «recuperare interamente il senso del vivere insieme nella nostra società e si tratta di un'attitudine crescente». Non a caso alla parata parteciperanno anche 400 sindaci.

SUPERARE I CONTRASTI
Ancora: si avverte «una sempre maggiore esigenza di coesione» e di collaborazione anche sul piano mondiale. Crisi economiche, migrazioni, terrorismo interpellano le nazioni ed esigono grande e crescente collaborazione; sì, perché le grandi sfide dell'oggi possono essere affrontate soltanto attraverso politiche comuni e un impegno comune «sconfiggendo instabilità, povertà, mancanza di istruzione». E un ruolo può e deve averlo anche la cultura «che unisce i popoli» - sottolinea Mattarella - richiamandosi anche al messaggio contenuto dallo strardinario concerto svoltosi nel salone dei Corazzieri.Certo, uno dei pensieri più tormentati del Colle in queste ore è per le migliaia di migranti che continuano ad arrivare. E non a caso domani il capo dello Stato volerà a Lampedusa per rendersi conto di persona della situazione. Questo tormento emerge anche nel messaggio inviato ieri da Mattarella ai prefetti per il 2 giugno laddove egli ricorda che essi hanno un ruolo essenziale «per garantire sicurezza e rispetto della dignità umana» ai flussi di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà.L'attenzione ai migranti va di pari passo a quella per i più deboli, i giovani, gli anziani. Con un duro monito ai prefetti perché contribuiscano a superare «i contrasti e le divaricazioni di interessi pubblici percepiti dai cittadini come una dialettica sterile» e agiscano con fermezza «contro ogni tentativo di asservire uffici e istituzioni a interessi personali» e a incoraggiare intese «per prevenire e contrastare fenomeni corruttivi e di condizionamento criminale nei contratti pubblici». Insomma un invito, che poi «erga omnes», «a far vivere nel quotidiano i principi e i valori alla base del patto di cittadinanza repubblicana».