Aule restaurate e nuovi corsi, il rettore Gaudio: «La Sapienza guarda al futuro»

Aule restaurate e nuovi corsi, il rettore Gaudio: «La Sapienza guarda al futuro»
di Maria Lombardi
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Domenica 12 Agosto 2018, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 13:32
PIù di cento aule rinnovate e quattro nuovi corsi di laurea. Perché se è vero che «il futuro è passato qui», come dice lo slogan della Sapienza, la sfida adesso è restarci nel futuro. Il rettore Eugenio Gaudio vuole guardare avanti e anche lontano, fuori dall'Italia, «il nostro impegno sarà quello di rendere questo ateneo sempre più internazionale».

Intanto, però, gli studenti si lamentano per le condizioni delle strutture: aule vecchie, sedie rotte, istituti che dimostrano gli anni che hanno. Cosa state facendo per rendere la Sapienza più vivibile?
«Stiamo facendo molto. Abbiamo avuto un finanziamento di circa 120 milioni di euro dalla Banca Europea a cui si aggiungono circa 38 della Sapienza per rinnovare e modernizzare 110 aule. Ventiquattro sono già state realizzate e riconsegnate alla didattica, per un totale di 2.400 posti banco».

E dal punto di vista della formazione, quali novità?
«Continuiamo a lanciare corsi innovativi, lo scorso anno abbiamo avuto i primi laureati in Data Science e Cyber Security. E quest'anno partiranno nuovi corsi: Architettura del paesaggio, Rigenerazione urbana, Gestione del progetto e della costruzione dei sistemi edilizi e Atmospheric Science and Technology, Scienza e Tecnologia dell'Atmosfera. Sarà il primo corso di laurea magistrale in Italia dedicato esclusivamente alla Meteorologia. Inoltre partirà il nuovo Master in linguaggi e tecniche per il cinema d'animazione, in collaborazione con l'Accademia delle Belle Arti. Sono anche aumentati i corsi in lingua inglese, da 33 a 45».

L'università più grande d'Europa, circa 112mila studenti, paga il prezzo della sua dimensione. Agli studenti appare congestionata e caotica, in tanti per questo la evitano. Come può la Sapienza reggere la concorrenza con altri atenei?
«La grande dimensione è un bene e un male. È un bene perché in un'epoca di contaminazione dei saperi e di ricerca interdisciplinare l'università che ha competenze di tutti i tipi è in grado di offrire il massimo sia da un punto di vista didattico che scientifico. Dall'altro c'è il lato problematico della gestione di un ateneo così grande. Comunque sia, nelle classifiche internazionali la Sapienza tra le italiane è sempre la prima o tra le prime. La nostra sfida è coniugare qualità e quantità e far sì che la quantità diventi un elemento importante per la qualità. Questo richiede un impegno gestionale molto attento e forte».

Sul fronte dei servizi, altro motivo di proteste da parte degli iscritti, cosa si sta facendo?
«Stiamo cercando di fare quello che da studenti avremmo voluto. Migliorando i sistemi d'accoglienza, per cominciare. C'è anche una app sul virtual tour della Sapienza che aiuta a muoversi in un ateneo così grande. Abbiamo già tre biblioteche aperte 24 ore su 24, la quarta in allestimento a Valle Giulia e in futuro se ne aggiungeranno altre due: a San Pietro in Vincoli e ad Economia. È stato fatto inoltre un accordo di collaborazione con l'Università del Foro italico per una nuova gestione diretta degli impianti di Tor di Quinto, dove sono disponibili per gli studenti circa 100mila metri quadri di spazi. E poi musica, cineforum, teatro: tutte attività su cui puntiamo e che facilitano l'aggregazione tra studenti».

Ma niente più feste abusive, si spera.
«Sul tavolo ho la denuncia dell'ultima festa, quando non sono autorizzate le denunciamo. Dobbiamo coniugare la possibilità degli studenti a socializzare con il rispetto della cosa pubblica e anche degli altri».

Sempre più fuorisede del sud preferiscono Milano a Roma. E ancora troppo pochi sono i ragazzi che arrivano dall'estero. La Capitale sta perdendo appeal tra gli universitari?
«In realtà è cresciuta l'attrattività di studenti stranieri. Vengono qui da tutta Europa, sono aumentati molto i ragazzi indiani e dell'Azerbaijan. Il nostro futuro è l'internazionalizzazione. Abbiamo già creato un consorzio europeo tra università con Madrid, Barcellona, Aix-Marseille e sono state coinvolte anche Tubinga, Bruxelles, Atene e Lubiana. Continueremo su questa strada».
 
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