Roma, buche: 2 appalti su 3 al palo, 100 milioni stanziati e non utilizzati

Roma, buche: 2 appalti su 3 al palo, 100 milioni stanziati e non utilizzati
di Fabio Rossi
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Sabato 17 Marzo 2018, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 09:40

Poco più di un terzo di appalti assegnati, con cantieri pronti a partire, con quasi 100 milioni di euro ancora inutilizzati. Attenzione: qui non si parla di progetti fermi, delibere non approvate, finanziamenti in ritardo o bloccati per problemi di bilancio. Il problema è che in Campidoglio, a causa di lunghezze burocratiche e intoppi nelle procedure, si fermano anche i cantieri che dovrebbero soltanto partire, con delibere regolarmente approvate e fondi già stanziati. E non si tratta di un fenomeno di poco conto, visto che le difficoltà per l'amministrazione comunale sembrano aumentare di anno in anno, come si evince dai dati ufficiali pubblicati sul sito web di Roma Capitale.
I NUMERI
Complessivamente, nell'ultimo anno solare, il dipartimento capitolino Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (Simu) ha avviato procedure d'appalto per 149,5 milioni, secondo quanto previsto nella manovra finanziaria 2017 di Palazzo Senatorio. Di questi, però, sono stati definitivamente assegnati lavori per appena 55 milioni. All'appello, quindi, mancano 94,5 milioni di cantieri ancora da avviare, nonostante che siano passati diversi mesi, a volte anche più di un anno, dall'avvio dell'iter burocratico. La parte del leone la fa la gara d'appalto per i lavori di manutenzione ordinaria delle strade della Città eterna, di cui peraltro se ne sente fortemente il bisogno: l'accordo quadro è suddiviso in 12 lotti, per un importo complessivo di 78 milioni.
I RITARDI
Nonostante la gara sia stata indetta ad aprile dello scorso anno, siamo ancora in attesa che si riunisca la commissione aggiudicatrice della gara, che risulta essere stata nominata ma non si è ancora espressa sulle offerte economiche arrivate sul colle capitolino. Situazione analoga quella sulla gara per la sorveglianza dello stato delle strade, che lo scorso anno è stata scorporata da quella della manutenzione dopo i ricorsi delle imprese e i rilievi dell'Anac: qui il bando è partito addirittura a dicembre del 2016, con un accordo quadro suddiviso in tre lotti. La gara dovrebbe chiudersi per la fine del mese ma, visto l'andazzo, è lecito avere dubbi.
STOP AI CANTIERI
Ci sono poi altri cantieri per 8,5 milioni, in gran parte lavori di manutenzione straordinaria di strade, ancora in attesa di essere aggiudicati con il meccanismo dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Tra questi, l'appalto più importante riguarda i «Lavori di manutenzione straordinaria della Galleria Giovanni XXIII parte stradale (rifacimento manto stradale, segnaletica orizzontale e verticale rivestimento galleria)»: un appalto da 5 milioni di euro. Poi vanno avviati, tra gli altri, la ristrutturazione della pavimentazione stradale di via di Tor Bella Monaca nel tratto compreso tra il grande raccordo anulare e via Quaglia, i lavori di «riqualificazione della pavimentazione stradale di via di Castel Porziano nei tratti: da via Wolf Ferrari a via Canale della Lingua e da via Canale della Lingua a via del Lido di Castel Porziano». Poi la «manutenzione straordinaria del viadotto della Magliana attraverso la messa in sicurezza delle barriere stradali e opere accessorie di sicurezza e segnaletica» e la «riqualificazione di via Nomentana, tratto da Via Val Brembana e via Generale Roberto Bencivenga (ambo i lati e corsie laterali comprese), e di via Nomentana Nuova, fino a Ponte Tazio».
GLI INTOPPI
A causare questa lentezza sono le lungaggini burocratiche, ma soprattutto alle difficoltà che incontra l'amministrazione capitolina per mettere insieme le commissioni aggiudicatrici degli appalti, dopo che le recenti inchieste giudiziarie hanno messo in luce le troppe falle del sistema in Campidoglio. A causare la scarsa propensione dei funzionari comunali a partecipare a questi organismi, a quanto sembra, sarebbe il timore di essere chiamati a risarcire di tasca propria chi dovesse impugnare in tribunale i risultati delle commissioni stesse. I funzionari rinunciano a far parte delle commissioni con pretesti di ogni tipo: dalla cerimonia in famiglia al compleanno del figlio. Secondo i sindacati, inoltre, mancherebbe «una formazione adeguata» e «la copertura assicurativa».
 

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