Dehors, caos pagamenti: «Rincari e avvisi tardivi». Botta e risposta tra negozianti e Comune

Dehors, caos pagamenti: «Rincari e avvisi tardivi». Botta e risposta tra negozianti e Comune
di Giampiero Valenza
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Venerdì 29 Marzo 2024, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 07:19

Quest'anno sono cambiate le tariffe per i dehors, i tavolini delle attività di ristorazione che si trovano su strade e piazze. E migliaia di attività (tra ristoranti, bar e pizzerie) si trovano ora con l'imbarazzo di dover pagare nell'arco di poche settimane prima e seconda rata. Una spesa che oscilla e che varia in relazione al luogo e all'estensione del dehors. E che può arrivare anche a diverse migliaia di euro (con picchi di otto o diecimila), specie nelle vie più blasonate e del Centro Storico. «Il Campidoglio ha ritardato, per sua colpa, l'invio dei bollettini dei dehors - spiega Federico Mondello, presidente di Cna Commercio Roma - Sono a scadenza trimestrale e questa volta, invece che a gennaio e ad aprile, gli imprenditori sono costretti a pagare le prime due rate il 15 marzo e il 30 aprile perché hanno dovuto rifare tutti i conteggi sulla base delle nuove tariffe. Le scadenze sono però troppo ravvicinate. Ci siamo trovati subito ad avere aumenti del 30% rispetto all'anno precedente. Spero che ci possano venire incontro in qualche modo: oltre al rincaro abbiamo anche questa scadenza così prossima che rende tutto difficile. Non vorremmo pagare le more per i ritardi».

IL RITARDO

Da Roma Capitale fanno sapere che solo un lotto dei bollettini «potrebbe essere arrivato in ritardo», cioè dopo il 15 marzo (la data di scadenza della prima rata del canone di occupazione per il 2024). E sottolineano che «qualora qualcuno di questi commercianti avesse ricevuto il bollettino oltre la data di scadenza, nessuno applicherà la mora». Ma solo questa sarebbe la fattispecie che verrebbe presa in considerazione per evitare di pagare la sovrattassa per i pagamenti in ritardo. «Ci sono ristoranti che ora si trovano a dover pagare anche cinquemila euro in più per il cambio delle tariffe per le occupazioni del suolo pubblico - prosegue Mondello - Eppure si tratta di attività che dovrebbero essere valorizzate, che creano vita nelle strade della città, che contribuiscono a dare valore a un territorio e a un'economia come quella di Roma». Valerio Salvi è il titolare del ristorante Taverna Cestia a Piramide. Ha un dehors di 48 metri quadri e tutti i giorni riceve turisti e romani per assaggiare i piatti della cucina tradizionale. «A causa dei rincari ci troviamo a pagare 20mila euro l'anno di solo dehors rispetto ai 14.500 dell'ordinario passato - racconta - È giusto che si prenda atto che il nostro ruolo è importante non solo per la vitalità della città ma anche perché contribuiamo alle politiche di sicurezza. Un locale aperto su una strada è un contributo in più per aiutare chi risiede a Roma a vivere meglio. Il Comune dovrebbe quindi ascoltare le nostre istanze e tutelarci. Certo è che è un pagamento di due rate nell'arco di un mese e mezzo può incidere sulla tenuta dei conti di un'azienda. Senza contare che ci siamo trovati i rincari del 30% dall'oggi al domani, senza alcuna giustificazione».

I COSTI

L'aumento delle tariffe è arrivato dopo dieci anni di stallo. All'inizio si pensava di aumentare fino al 45% in più. Poi, grazie anche alla concertazione con le categorie, si è arrivati intorno al 30% per le zone più prestigiose (quelle dell'area Unesco, che hanno un maggior afflusso di turisti). La pandemia di Covid-19 ha portato ad aumentare le richieste di occupazioni di suolo pubblico per un totale di oltre 4.300 richieste date dei quindici municipi della Capitale. Il maggior numero di dehors è nel I. Tra le vie del Centro ci sono oltre 46 mila metri quadrati di vie e piazze occupate dai tavolini (su 112mila dell'intera città).

LA BATTAGLIA

Cna, comunque, vuole continuare la sua battaglia. «C'è un'interlocuzione con il Campidoglio sui dehors.
In quella sede chiederemo la possibilità di evitare per il 2024 il pagamento delle more - conclude Mondello - Gli imprenditori devono essere visti come un'opportunità e non come un problema. Noi creiamo valore e decoro. Va cambiato il paradigma ed è giusto che diano ascolto alle nostre istanze».

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