LE PIRE
Rame, alluminio, plastica. Forse perfino l'amianto. Si brucia tutto e si rivende il metallo al mercato nero, un tanto al chilo. Un giro d'affari che muove milioni di euro ogni anno, come hanno dimostrato tante inchieste. L'escalation degli ultimi mesi ha messo in allarme Palazzo Senatorio. Virginia Raggi ieri ha preso carta e penna e ha scritto ai vertici della Polizia provinciale e della Polizia locale, chiedendo «il massimo impegno» nell'«attività di vigilanza e repressione» dei roghi, in tutti i territori «che ne risultano gravemente esposti e danneggiati». É irrinunciabile, ha scritto la sindaca di Roma, «una ancora più efficace attenzione a un fenomeno che ha assunto caratteristiche socialmente insopportabili», perché oggi i vecchi villaggi della solidarietà, gli insediamenti fatiscenti, spesso sovvenzionati col pubblico denaro, sono le basi operative di traffici sporchi. Luoghi che «rischiano costantemente di divenire un deposito incontrollato di rifiuti di ogni genere, pericolosi o non pericolosi, o delle vere e proprie discariche a cielo aperto», ha scritto la prima cittadina nella missiva riservata, di cui Il Messaggero è venuto in possesso.
LE BARRIERE
Ecco allora il piano che sta approntando la Municipale, guidata dal comandante Antonio Di Maggio: sarà vietato l'ingresso dei mezzi nei campi, a partire dalla Barbuta. Auto e camion rimarranno fuori. Non passa più nessuno. Nelle prossime settimane verranno piazzati i jersey di cemento a sbarrare il passaggio, anche nelle viuzze sterrate che sono già state mappate. Quasi 30 uomini della Polizia locale rimarranno di guardia solo nel grande insediamento accanto all'ippodromo di Capannelle. Poi toccherà al campo di via Candoni e misure simili sono già state adottate a via di Salone. È solo il primo passo: poi partirà una maxi-bonifica.
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