Secondo Lemmetti il Governo «soprattutto impedisce che si proceda a un audit sul debito e a una rapida definizione delle modalità per ripianarlo, per chiudere il commissariamento entro l'anno come da noi auspicato». «Il Governo pare escludere la possibilità di affidare al Campidoglio, e quindi al Sindaco, la gestione commissariale del debito pregresso anteriore al 2008; e intende procedere alla nomina di un nuovo commissario, senza alcun dialogo con l'Amministrazione capitolina e senza rinviare la scelta al prossimo Esecutivo pienamente legittimato dal voto popolare - continua - È quanto emerso da una riunione convocata a Palazzo Chigi dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla quale sono stato escluso con il pretesto che si trattasse di un incontro tecnico interdetto a esponenti politici. In rappresentanza di Roma Capitale era presente il direttore generale, a cui sono state chiaramente riferite le intenzioni del Governo».
In riferimento alla nomina del commissario straordinario del Governo per la gestione del Piano di rientro del debito di Roma Capitale, a seguito delle dimissioni lo scorso dicembre di Silvia Scozzese, fonti vicine al Segretariato generale di Palazzo Chigi sottolineano che tale nomina verrà fatta nel pieno rispetto della normativa vigente e dandone opportuna informazione al Comune di Roma.
La normativa in questione - che risale al 2010 - non prevede, infatti, che il commissario di governo possa essere il sindaco di Roma.
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