«Matteo Mancia era un ragazzo eccezionale, bello dentro e fuori. Onesto, leale e dolcissimo con tutti i suoi ragazzi. Un giovane forse diverso dalla sua generazione e che con il suo splendido sorriso riusciva a coinvolgerti sempre». Daniela Rippa presidente dell’Associazione sportiva Don Bosco Nuovo Salario ancora non si capacita della morte di «Mister Matteo». Il 22enne studente di Pedagogia dell’Università Pontificia Salesiana, allenava i due gruppi dei “pulcini”, ovvero i bambini nati nel 2015 emuli dei divi del calcio. Anche Matteo, aveva un sogno: prendere il patentino da allenatore e impegnarsi in questa carriera. Per settembre aveva fissato, intanto, il suo prossimo obiettivo: laurearsi. Come oggetto della sua tesi aveva scelto proprio di raccontare la sua esperienza come allenatore dei più piccoli. Nel frattempo, quando poteva, non vedeva l’ora di correre a casa dalla nonna «perché come cucina lei, nessun altro», ripeteva sempre ai suoi amici. Invece, non ce l’ha fatta. La sua vita - la ventiquattresima a Roma dall’inizio dell’anno - è stata stroncata dall’ennesimo incidente stradale. Il ragazzo era in sella al suo Liberty 125 in via Due Ponti, quando alle 12,30 di mercoledì si è scontrato con un furgone condotto da un 56enne che si immetteva sulla strada all’incrocio con via Bomarzo.
Roma, incidente su via Due Ponti: scooter contro autocarro, ragazzo di 22 anni morto sul colpo
L'incrocio maledetto
Un’intersezione maledetta, già teatro di gravi incidenti.
Ieri pomeriggio i pulcini attendevano il loro mister sul campo della parrocchia di S. Maria della Speranza, che ospita la squadra. «Matteo era il loro eroe - dice la presidente Rippa - sarà uno choc. “Ci vediamo giovedì” mi aveva detto. Ed ecco giovedì è arrivato ma Matteo non lo rivedremo. Era il figlio che ogni genitore vorrebbe avere». Indelebile il ricordo lasciato anche ai professori e ai colleghi di corso: «Studiava Scienze dell’educazione, al terzo anno di Pedagogia sociale. Sempre attivo e partecipe a tutte le iniziative, lo ricordiamo soprattutto per il suo sorriso, la disponibilità e per il suo entusiasmo nel vivere in dialogo con tutti», cita un post. E infine: «Ciao Matteo ti vogliamo bene».