Roma, via Cardinal de Luca al Flaminio a rischio geologico

il lotto con i pioppi incriminati in via Cardinal de Luca
di Raffaele Marra
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Domenica 11 Dicembre 2022, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:50

Via Cardinal de Luca al Flaminio a due passi da Piazza del Popolo a rischio geologico. I residenti ormai da mesi sono sul piedi di guerra e chiedono al municipio e al sindaco di intervenire su una situazione che può evolversi velocemente e finire in tragedia. Era partito tutto con un lotto dell’Atac (di fronte al civico 7 di via de Duca) che inizialmente veniva usato come deposito, fino alla decisione della vendita prima, e della costruzione di un parcheggio multi piano interrato dopo. E da qui i problemi prima la scoperta dell’acqua durante gli scavi (sembrerebbe che una falda proveniente dai Parioli si scarichi nell’ansa del Tevere proprio sotto la strada) poi la scoperta dei reperti di natura archeologica di mura romane con il relativo blocco del cantiere della Soprintendenza. Nel 2005 poi l'immobile del civico 22 venne addirittura evacuato per il rischio di crollo. «Siamo stati tre mesi fuori casa, poi è stato fatto un consolidamento, ma la struttura resta delicata» dice uno dei condomini.

 

Inoltre un documento del 2012 della Soprintendenza statale, poi ripreso anche da quella capitolina, esplicita che nel lotto "sono state individuate, nel corso dei sondaggi svolti per la costruzione di un parcheggio multipiano interrato, non realizzato, strutture murarie riferibili ad età romana”.

Quindi rischio idrgeologico per un terreno friabile, argilla e soprattutto per la presenza di una falda che dai Parioli confluisce nell’ansa del Tevere e poi la scoperta di reperto archeologici risalenti all’età romana: perchè  non si fa qualcosa? Il problema sembra finito nel dimenticatoio fino alla vendita da parte di Atac alla società milanese Mamiris e arriviamo ad oggi, quello che viene richiesto sono alcuni controlli prima di procedere all’edificabilità: il controllo geognostico per un terreno vulnerabile a rischio crolli (rischi citati anche da un report della Sigea del 2005) e quelli archeologici dati dal ritrovamento dei reperti delle mura risalente all’epoca romana.

Adesso la società ha chiesto di abbattere anche i due pioppi ad ampio fusto di 20 metri che intralcerebbero gli scavi che si farebbero per i controlli preventivamente all’edificabilità, i residenti però mobilitati si chiedono: «C’è questa urgenza di abbattere due alberi ad ampio fusto ed alti 20 metri in salute ? senza per altro avere la certezza che il lotto sia edificabile? - fanno sapere irritati del Comitato di quartiere - la nostra protesta ci porta a chiedere quello di iniziare i controlli dall’altra parte del lotto e abbattere i due pioppi solo nel caso ce ne sia bisogno in secondo momento». Intanto la protesta dei residenti è continuata, con un sit-in organizzato venerdì e ieri bloccando l’accesso al lotto per non far abbattere i pioppi. E la saga continua 

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