Le “vasche” di piazza Navona, Barberini e del Gianicolo restano alla mercé dell’ennesima bravata.
Sono passati pochi giorni da quando un gruppo di giovani turiste in vacanza a Roma, incuranti di violare un complesso monumentale, si è concesso un insolito e tranquillo bagnetto nell’elegante vasca della Fontana del Nettuno di piazza Navona. Solo l’ultimo dei tanti episodi del “festival del degrado” che d’estate, puntualmente, torna ad abbattersi sulle vasche monumentali della Capitale. Trattate come piscine private, complice il caldo afoso che in questi giorni sembra proprio non voler dare tregua, queste imponenti opere d'arte a cielo aperto vengono prese d’assalto dai soliti turisti che vogliono portarsi a casa il ricordo di un tuffo indimenticabile. E tutto ciò continua a succedere, perché le fontane di Roma sono indifese. Ogni volta, infatti, i proclami dell'amministrazione capitolina riguardo interventi di protezione, restano lettera morta.
Così, dei capolavori scultorei famosi in tutto il mondo, di artisti del calibro del Bernini o di Giacomo della Porta, vengono lasciati alla mercé dell’ennesima bravata.
La musica non cambia a piazza Barberini: ore due e un quarto di notte, delle forze dell’ordine nemmeno l’ombra e anche qui, nell’indifferenza di qualche guidatore romano assonnato, non c’è niente di più elementare che entrare nella Fontana del Tritone.
Così, pure al Gianicolo, la storia si ripete: ore tre di notte, al “Fontanone” non si vedono pattuglie, ed è un gioco da ragazzi riuscire a tuffarsi nelle sue acque.
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