Roma, la spiaggia che non c'è più l'erosione divora il litorale

Roma, la spiaggia che non c'è più l'erosione divora il litorale
di Mirko Polisano
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Domenica 29 Aprile 2018, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 15:10

La costa che si sgretola e cambia forma e chilometri di spiaggia che spariscono mangiati dalla furia delle onde. Così sta morendo il mare della Capitale: da Ostia a Fregene passando per Torvaianica, i lidi sono frantumati dall'erosione. Le mareggiate invernali hanno spazzato via bar, cabine, rimessaggi, chioschi. Un'avanzata che non ha fatto distinzioni sociali: dagli stabilimenti vip all inclusive, casotti in muratura con doccia compresi, alle spiagge libere dei fagottari, che hanno sempre meno spazio dover poter apparecchiarsi per il pranzo.

LE CAUSE
A Ostia, sono scomparsi chilometri di spiaggia. Quasi trecento, invece, le cabine ingoiate dal mare con bagnanti orfani di lettini, ombrelloni e sempre più spazio vitale. La costa del Lido è sfregiata come non avveniva da anni, tanto da rendere irriconoscibile intere porzioni di spiagge romane. «Sono tante le cause - spiega Franco Petrini, titolare dello stabilimento Nuova Pineta - Il maltempo, ma anche il mancato apporto del fiume Tevere che non riesce più a trasportare i metri cubi di sabbia che portava fino a qualche anno fa». Nel 1979, uno stabilimento contava più o meno 1.270 ombrelloni, l'estate scorsa se ne sono contati circa 370, quest'anno altri 150 in meno: 220.

I DANNI
L'area più colpita è quella del lungomare di levante. I danni maggiori li hanno subiti gli stabilimenti Pinetina e Nuova Pineta, dove da mesi i gestori hanno perso la battaglia contro il mare. «Una catastrofe», la definisce Franco Petrini, il gestore che ormai spalanca le braccia: quasi due milioni di euro i danni registrati. L'erosione è la malattia più grave del litorale capitolino: i danni del maltempo dei mesi scorsi ancora pesano sui bilanci degli stabilimenti. Gli operatori del settore lanciano il loro sos in vista anche della stagione balneare ormai al via. «Le spiagge - fa sapere Ruggero Barbadoro, presidente della Fiba, federazione balneari - sono tutte in un'avanzata fase di erosione e hanno raggiunto uno stato di criticità tale che, se non si interviene urgentemente, verrà attaccata anche Capocotta. Se non c'è sabbia, perdiamo anche i romani che scelgono Ostia per trascorrere le loro giornate al mare».

GLI INTERVENTI
La soluzione avanzata dalla Regione Lazio è quella dei pennelli, vale a dire la realizzazione di scogliere a protezione delle spiagge: se ne parla da 7 anni, dopo mille rinvii la Regione ha anche affidato il bando da 6 milioni di euro nel 2014 a una ditta specializzata. Tutto a posto? No, perché tra dubbi della Capitaneria e di politici sull'opera (dannosa per alcuni), il progetto è rimasto in sospeso. Agli atti, ci sarebbe anche un parere negativo (seppur non vincolante) della Presidenza della Repubblica. Non solo, dalla Pisana trapela che i fondi stanziati siano spariti dal capitolato di spesa.

LA RISPOSTA
«Dopo la sabbia proveniente dal dragaggio del porto - dice Paolo Ferrara, capogruppo capitolino del M5S - arriveranno altri 6mila metri cubi di sabbia dal Canale dei Pescatori e, per l'apertura della stagione balneare, ci saranno tutti i servizi necessari». Nel progetto del Campidoglio, però, compaiono solo passerelle, bagni (chimici) e attività sportive previste, zero punti ristoro e nessun servizio di noleggio delle attrezzature. E intanto il mare continua a scavare. Sparisce pian piano la spiaggia che rapì Sordi, Fabrizi e il genio di Fellini. L'estate è arrivata e quella sabbia, come quel tempo, non c'è più.

mirko.polisano@ilmessaggero.it

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