Tor Bella Monaca, ore contate per il killer. «Di Giacomo ucciso per gelosia». Interrogato per ore l’ex della ragazza ferita

Accertamenti su una pistola trovata a casa del fratello, forse l’arma del delitto

Tor Bella Monaca, ore contate per il killer. «Di Giacomo ucciso per gelosia». Interrogato per ore l’ex della ragazza ferita
di Camilla Mozzetti
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Sabato 16 Settembre 2023, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 15:45

Molteplici indizi ma prove deboli. O quantomeno non sufficienti ad emettere un provvedimento di fermo per l’omicidio di Daniele Di Giacomo, il 38enne freddato da almeno quattro colpi di pistola giovedì pomeriggio in via Ferdinando Quaglia, a Tor Bella Monaca. Ma quell’uomo, V. R., rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile a Fiuggi a poche ore dal delitto resta un sospettato. È un trentenne, italiano, con precedenti per spaccio nonché “fidanzato” della donna che era con la vittima a bordo del Suv Mercedes. Dopo la morte del 38enne l’uomo, che vive a Torbella e vanta nel suo “giro” di amicizie nomi “altisonanti” di chi nel quartiere gestisce il traffico degli stupefacenti (dalla famiglia Sparapano ai Moccia) “casualmente” è andato a trovare la sorella a Fiuggi mentre nel corso di una perquisizione domiciliare a casa del fratello P. R., è stata trovata una pistola. Motivo più che sufficiente per fermare l’uomo e portarlo in direttissima ieri mattina per porto abusivo di armi. È l’arma usata nell’omicidio? 

Omicidio a Tor Bella Monaca, un sospettato: è un trentenne pluripregiudicato

IL GIALLO DELL’ARMA

Per rispondere sarà necessario aspettare gli esiti della balistica anche se a Torbella non è così inconsueto trovare delle armi dopo una perquisizione. A questo, tuttavia, si aggiungono altri indizi, nonostante non ci siano immagini di impianti di videosorveglianza che abbiano ripreso l’omicidio e sia di fatto inutilizzabile la localizzazione del cellulare del sospettato nella zona: l’uomo abita a Tor Bella Monaca, per ovvie ragioni si poteva dunque trovare nelle vicinanze di dove si è consumato il delitto. Terzo indizio: la vittima, che da tempo gestiva con altri soci una società che vende e noleggia auto anche di grossa cilindrata a via Latina era solito affittare le macchine a chi frequenta Tor Bella Monaca. E pare che fra i due - vittima e sospettato - ci fossero dei conti in sospeso per precedenti noleggi non pagati. Senza contare la figura della 26enne italiana che, da “fidanzata” del sospettato, frequentava la vittima assiduamente da diverse settimane. Non considerando, come è emerso nel corso della giornata di ieri, i precedenti “diverbi” che ci sarebbero stati fra i due. 
«Io lo so chi è stato», urlava una delle sorelle della vittima giovedì pomeriggio «ve lo do io il nome», ripeteva la donna alla polizia con il corpo del fratello coperto da un telo a pochi metri di distanza.

E pure lo zio di Di Giacomo, parlando con un altro fratello, era certo di chi fosse il responsabile. Eppure, nonostante questi numerosi indizi, non ci sono al momento prove “blindate” per emettere un fermo. Il rischio di non vedersi riconoscere la convalida comporterebbe una difficoltà oggettiva per un’analoga contestazione futura.

 

La Procura, per mano dell’aggiunto Paolo Ielo, ha aperto un fascicolo per omicidio volontario al momento contro ignoti. Si aspettano, oltre a quelli della balistica, i risultati di altri esami tecnici considerato il fatto che, ad ora, non c’è neanche un solo testimone oculare. La 26enne rimasta ferita nell’agguato e ricoverata al policlinico di Tor Vergata non ha detto nulla di utile. E così ha fatto il trentenne portato da Fiuggi negli uffici della Mobile ieri mattina: è rimasto in silenzio e nel primo pomeriggio è stato lasciato libero. In via di San Vitale ieri sono state ascoltate diverse persone, dal fratello della vittima che pare avesse con questa un appuntamento poi saltato proprio giovedì pomeriggio, alla moglie di Di Giacomo che ha appreso la notizia dell’omicidio quando si trovava a casa con i figli nel quartiere della Borghesiana e che pare fosse all’oscuro delle frequentazioni intrattenute dal compagno con la 26enne. La quale ha alle spalle una famiglia non sconosciuta alle forze dell’ordine. Due zii della giovane furono infatti arrestati nel giugno del 2022 per traffico di stupefacenti: uno dei due si occupava di seguire l’importazione dal nord-Africa mentre l’altro di immettere la droga (hashish principalmente) nelle piazze di Tor Bella Monaca, ma anche Anzio, Latina, Fondi.

IL MOVENTE

In un primo momento si credeva fosse lei l’obiettivo dell’agguato, per motivi appunto riconducibili alla droga, poi le indagini si sono indirizzate verso un altro movente a metà tra il passionale e il regolamento di conti. C’è da valutare la dinamica dell’omicidio: Di Giacomo è stato ucciso intorno alle 17.30 e non in una zona secondaria di Torbella ma in una molto frequentata, considerate le molteplici attività commerciali. Non il contesto ideale per eseguire, ad esempio, un omicidio su “commissione”. Il killer lo ha poi colpito a piedi, quando l’uomo era da poco risalito a bordo del Suv. Potrebbe dunque aver agito d’impeto al termine di una (forse l’ennesima?) discussione.
 

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