Giuseppe Moccia, otto rapine in 45 giorni: in cella il ras di Tor Bella Monaca, incastrato dal tatuaggio sulla mano

Eludeva la sorveglianza per compiere i reati

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di Alessia Marani
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Venerdì 26 Aprile 2024, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:17

Otto rapine in poco più di un mese, tutte portate a termine mentre era in regime di sorveglianza speciale. È stato smascherato dal tatuaggio sulla mano sinistra, dal suo camminare incerto (era stato gambizzato nel marzo del 2021) e persino dal registratore di cassa che si era portato via durante il colpo in una farmacia e che i carabinieri hanno ritrovato in uno dei suoi domicili nei palazzoni popolari di Tor Bella Monaca. Nuovi guai per il quarantenne Giuseppe Moccia, dell’omonimo clan impiantato all’ombra delle “torri” e già in carcere dal primo febbraio di quest’anno, sempre per rapina. Cognato di Vincenzo Nastasi, detto “O Principe” che era a capo di una delle più fiorenti piazze di spaccio in zona, smantellata nel 2019, il gip nell’ordinanza di custodia cautelare ne descrive l’allarmante pericolo di recidiva facendo leva sulla sfilza di precedenti e condanne per furti, rapine, ricettazione, nonché per detenzione di stupefacenti che annovera nel suo curriculum criminale.

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Ma alla ribalta delle cronache Moccia era finito pure per essersi scagliato, con altri componenti della sua famiglia, contro l’attivista Tiziana Ronzio che da anni si batte con l’associazione TorpiùBella per ridare dignità e promuovere la legalità nel quartiere.

Minacce più o meno velate, mai dome nemmeno dopo che le forze dell’ordine lo avevano “sfrattato” dall’alloggio Ater occupato abusivamente in via Santa Rita da Cascia e per cui nessuno aveva più pagato, negli anni, oneri per oltre 60mila euro. Trovato riparo a casa della sorella ha continuato a spadroneggiare, a modo suo. Spavaldo era stato fermato durante la sorveglianza alla guida di un bolide: «Accompagnavo mio nipote», eppure la patente gli era stata ritirata fin dal 2009.

LE PROVE

Poi però per lui si sono riaperte le porte del carcere poichè gravemente indiziato dei reati di rapina. Ben 8 i colpi commessi con lo stesso modus operandi. Dopo aver raggiunto l’obiettivo a bordo di una moto, Moccia entrava nelle attività commerciali e, mostrando una pistola si faceva consegnare l’incasso. Le rapine si susseguono a un ritmo impressionante: il 12 dicembre all’Igo Shop di via Partanna, gestito da commercianti cinesi (400 euro il bottino); quattro giorni dopo alla Ipercarni di via del Torraccio di Torrenova; il 29 dicembre alla Farmacap di via Castano (350 euro); il 30 dicembre alla farmacia Due Leoni di via Siculiana; l’8 gennaio all’Eurospin di via di Tor Bella Monaca (1420 euro); il 27 gennaio al distributore Ip di via di Tor Bella Monaca (900 euro); il giorno dopo al Lidl di via del Torraccio di Torrenova (689 euro). Infine il 29 gennaio il raid più violento nel Conad di via del Torraccio di Torrenova. Qui prima di agguantare l’incasso di 972 euro, colpisce alla testa con il calcio della pistola il direttore che soccorre una cassiera spaventata a morte. I due dipendenti finiranno in ospedale con prognosi di 10 e 5 giorni. Le indagini dei militari di Torbella partono dalle immagini delle telecamere della farmacia di via Siculiana e dell’Eurospin di via Isnello: si rendono conto che quell’uomo vestito di nero e con una fascia scura sul volto che fugge a bordo di un Sh rubato potrebbe essere Moccia. Sul dorso della mano sinistra c’è lo stesso tatuaggio. Gli investigatori geolocalizzano lo scooter, tanto che il 13 gennaio lo arrestano in flagranza dopo l’ennesima rapina a un supermercato di via Siculiana. Mentre fugge, Moccia si sbarazza di un caricatore. Nella perquisizione in casa spuntano fuori una replica di una semiautomatica senza caricatore, quattro cellulari, tre bossoli a salve, soprattutto i carabinieri ritrovano un registratore di cassa con scontrini battuti dalla Farmacap il 29 dicembre, giorno in cui il titolare ha denunciato la rapina subita. A incastrare ulteriormente il quarantenne originario di Afragola (Napoli) gli indumenti ritrovati in suo possesso: gli stessi indossati in alcune delle incursioni. Sneaker all’ultimo grido ai piedi, stessa foga e modus operandi.

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