Rosa Giordani e il tricolore storico sul tabellone del “Risiko!”: «Sfidavo i miei figli, poi nei tornei online ho conosciuto il mio compagno»

Ha 59 anni, tre nipotini ed è la prima donna a trionfare nei campionati italiani

Rosa Giordani e il tricolore storico sul tabellone del “Risiko!”: «Sfidavo i miei figli, poi nei tornei online ho conosciuto il mio compagno»
di Gianluca Cordella
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Martedì 21 Maggio 2024, 07:20

Muove carri armati - finti, per amor di Dio - con la destrezza di un generale. Ma su quella plancia colorata porta, in un modo o nell’altro, tutta la sua vita: la gioventù, gli amori, la rabbia, persino la fede calcistica. Un mix totalizzante che ha regalato un pezzettino di storia a Rosa Giordani, 59 anni, di Fonte Nuova. Da domenica scorsa la prima donna a laurearsi campione d’Italia di Risiko!, uno dei giochi da tavolo più amati e longevi, non solo nel nostro Paese. «Magari qualcuno pensava fossi una schiappa, solo perché sono una donna... E invece...» e si lascia andare a una bella risata di soddisfazione.

Rosa Giordani è la prima donna della storia campionessa di RisiKo!: la 59enne romana trionfa all'evento Play Modena

LA STORIA

Casalinga, due figli, tre nipoti. Un matrimonio che a un certo punto si inceppa come potrebbe succedere al cannone di un vecchio tank. E un nuovo compagno lontano, a Venezia, che dal mare della Laguna lancia quei trattini bianchi che annullano le distanze come quelli che nel gioco permettono di attaccare l’Alaska dalla penisola della Kamchatka. Entrambi hanno avuto o hanno un ruolo in questa storia. «A Risiko! ho iniziato a giocare da ragazzina, quando con gli amici stavi sveglio tutta la notte per finire quelle partite di cinque o sei ore - racconta - Nel 1987 mi sono sposata, avevo 22 anni, e anche con mio marito ci piaceva sfidarci, quando avevamo tempo.

Sono arrivati i figli e quando sono cresciuti abbiamo coinvolto anche loro e giocavamo tutti insieme. Poi il matrimonio è finito, i figli sono cresciuti ancora e si sono appassionati ad altro, e così ho scoperto l’online». Dove la community riunisce giocatori da tutta Italia. Anche da Venezia, per l’appunto. «Giocando in Rete ho conosciuto Roberto, il mio attuale compagno, che all’inizio mi ha guidato perché le regole sul web sono diverse da quelle della versione in scatola. Poi, da cosa nasce cosa. E ora che siamo lontani il gioco online è il nostro modo per stare insieme». Diverso il discorso quando poi ci si incontra di persona. «Lì sono dolori. Cerchiamo di non giocare mai contro perché quelle volte che lo abbiamo fatto alla fine abbiamo litigato». In fin dei conti parliamo di un gioco d’attacco. «E infatti io sono così anche nella vita, diciamo che mi arrabbio e vado all’attacco facilmente», ammette. Ma è anche un gioco di strategia. «In questo mi ci riconosco meno. Io sono spontanea, i calcoli li tengo per i tornei».

PRIMA VOLTA

Come quello del Play Modena, dove domenica scorsa ha travolto gli avversari uno dopo l’altro e, dopo due giorni di partite, ha avuto la meglio sugli altri 39 finalisti, arrivati da ogni parte d’Italia. «Per me era la quarta apparizione alle finali nazionali e una volta avevo anche centrato la semifinale. Domenica scorsa è stata la prima apparizione nella partita decisiva e mi è andata subito bene», racconta ancora con la voce emozionata, più per quello che le stava intorno che per quello che è successo: «ma le ha viste le foto? Che spettacolo avevano allestito, con l’enorme plancia colorata, i carri armati giganti...». Già, i carri armati. Che storicamente sono i “carriarmatini” del Risiko! ma che domenica erano grandi da riempire una mano. «Sono riuscita a prendere quelli blu, i miei preferiti». Scaramanzia? «No, è che tifo per la Lazio». Un incentivo in più a conquistare i territori occupati dei piccoli tank gialli o rossi.

SUCCESSO ROSA

«Però mi ha dato una gioia incredibile essere la prima donna ad aver vinto il tricolore», spiega. I numeri del fenomeno Risiko! sono da capogiro: si stima che in Italia, in 45 anni di storia del gioco, più di 10 milioni di persone si siano cimentate con l’evergreen targato Spin Master - Editrice Giochi. «Ma le donne in gara sono sempre poche, perlopiù “la moglie di...” che gioca perché è lì anche il marito. Nel mio caso è successo il contrario: giocando ho conosciuto il mio compagno», con cui ora condivide anche la tessera de “I grifoni di Venezia”, il circolo ufficiale al quale è iscritta, «che per me è quasi una seconda famiglia», con la quale è sempre bello stare (e giocare) insieme: «Non ho dubbi: la versione classica è molto più romantica dell’online. Vuoi mettere la sensazione tattile di lanciare i dadi?». E quando le si chiede come mai, nell’era dei videogame iperrealistici, il Risiko! non tramonti mai, la risposta sorvola su ogni considerazione sociologica o di marketing e atterra in un campo di innocenza, quasi fanciullesca: «Perché è bello».

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