Passeggino rimane incastrato nelle porte della metro a Ponte Lungo, mamma furiosa: «Nessun aiuto»

Illese la donna e la piccola. Con loro anche un’altra bimba di nove anni, insieme dovevano recarsi al Bambin Gesù per un controllo di routine. Ecco cosa è successo

Passeggino rimane incastrato nelle porte della metro a Ponte Lungo, mamma furiosa: «Nessun aiuto»
di Alessia Perreca
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:50

L’epilogo poteva certamente essere drammatico, ma fortunatamente una donna  - insieme alle sue figlie di nove anni e 18 mesi - sono riuscite a salire sulla metropolitana e a scongiurare il peggio. Una brutta disavventura quella accaduta ieri mattina, poco prima delle 8, nella stazione di Ponte Lungo: il passeggino dove era seduta la piccola è rimasto incastrato tra la banchina e il convoglio. La donna, insieme all’altra figlia (che era già salita da sola sul treno), dopo diversi tentativi è riuscita a liberare la carrozzina, anche se le porte si stavano già chiudendo. Episodio avvenuto tra la noncuranza degli altri passeggeri. «Non ho ricevuto alcun aiuto. C’erano diverse persone, ma sono rimaste tutte indifferenti», dice Sara, mamma delle due bimbe ( nome di fantasia).

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Il racconto

I primi disagi si sono verificati già all’entrata della stazione di Ponte Lungo in zona Tuscolano: l’ascensore che avrebbe consentito a una donna, insieme alle due figlie piccole, di raggiungere ( senza correre troppi rischi) la stazione della linea A era fuori servizio. «L’area era transennata da una rete gialla - spiega Sara a “Il Messaggero” - e anche il quel caso le persone che andavano a prendere la metro non si sono minimamente fermate ad aiutarmi a scendere le scale con il passeggino.

Per fortuna avevo con me l’altra mia figlia di 9 anni che è riuscita a darmi un piccolo aiuto».

Il terrore negli occhi di Sara quando all’arrivo del convoglio il passeggino resta incastrato tra le porte del treno. «Mia figlia grande era già salita sul treno e non sapevo come fare. C’erano diverse persone, ma nessuno inizialmente si è offerto di prestare soccorso. Ho preso una bella botta alla schiena per riuscire a muovere la carrozzina prima che della partenza del convoglio, ma l’impassibilità degli altri mi ha fatto davvero male», si sfoga la donna. Una signora impegnata in una conversazione telefonica è successivamente corsa in aiuto della famiglia. «Sì, anche lei si è fortemente spaventata, speravo tanto nel suo supporto arrivato solamente in un secondo momento». 

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