Lo Stato reagisca ai prepotenti delle notti

di Paolo Graldi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Ottobre 2023, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 00:07

Due indizi non fanno ancora una prova ma poco ci manca. È la seconda volta in poche settimane che a Trastevere di notte la movida rumorosa e manesca si trasforma in assalto agli abitanti che protestano, che sono obbligati a frustrare il sonno e la quiete. E così, di nuovo, una protesta arricchita da un secchio d’acqua sui fracassoni ha scatenato l’assalto agli inquilini di quegli stabili.

«Se non vi sta bene, andatevene, cambiate casa e rione», hanno sparato gli esagitati, offrendo questa singolare soluzione al problema. Impauriti, temendo il peggio di fronte a quegli scalmanati, come da copione, hanno chiamato la polizia. E come da copione la polizia è arrivata con una volante parecchio tempo dopo. Dunque, uno dei più bei rioni della città, terra di generosa accoglienza dei flussi del turismo notturno, scivola rapidamente nel caos, diviene zona franca, dove spadroneggiano lo spaccio, gli ubriachi, l’assenza di qualsiasi controllo di legalità.

Un patrimonio come quello non può essere lasciato galleggiare alla deriva, segnato dal comportamento di pochi violenti che credono di poter agire senza regole.

Al solito, è la deterrenza della legalità, che serve e dev’essere applicata con metodo, fermezza, perseveranza. C’è chi, di fronte al ripetersi di comportamenti che entrano dritti nel codice penale, suggerisce di istituire un presidio di polizia fisso, una sentinella permanente capace di intervenire con immediatezza e competenza in caso di bisogno. E di far sentire, come si dice oggi, che lo Stato c’è. Si sente, si vede ed è pronto all’uso. Chiamatelo poliziotto di quartiere, se volete. Basterebbe.


graldi@hotmail.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA