Covid, contagi in aumento. Andreoni: «Per proteggerci mascherina, antivirali e isolamento»

Il professore di malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma: "Serve senso civico, sì alla vaccinazione"

Covid, contagi in aumento. Andreoni: «Per proteggerci mascherina, antivirali e isolamento»
di Graziella Melina
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Venerdì 8 Settembre 2023, 11:32

Per evitare che i contagi in autunno aumentino senza controllo, ma soprattutto che i più fragili rischino la vita in caso di infezione “l’uso della mascherina è sempre fortemente consigliato”. Per Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore emerito di malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, proteggere gli altri dal covid è anche “una questione di senso civico”.

La mascherina è dunque ancora utile?

«Ovviamente sì. Soprattutto quando siamo in condizioni di affollamento, in luoghi chiusi e per tempi lunghi, come capita per esempio in treno o sui mezzi di trasporto, l’uso della mascherina ci protegge dal contagio. E poi, usiamola tutte le volte che siamo a contatto con le persone fragili; a maggior ragione negli ospedali, e decidiamo di andare a trovare persone a rischio: ricordiamo che in questi casi l’uso della mascherina è sempre fortemente consigliato».

La vaccinazione non basta?

«Si tratta di due sistemi di prevenzione che si vanno a sommare. Il vaccino, soprattutto, serve per impedire le forme gravi di malattia; la mascherina, invece, va usata per evitare la trasmissione dell’infezione. In sostanza, tutti e due ci proteggono al meglio, la mascherina in più serve a proteggere gli altri: se siamo infetti e non lo sappiamo, con la mascherina evitiamo di infettare le altre persone».

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Lo stesso discorso vale anche per l’influenza?

«Come abbiamo visto negli anni passati, dopo l’arrivo del freddo e dell’autunno la mascherina ci protegge anche da altre infezioni virali, dal virus influenzale a quello respiratorio sinciziale.

Del resto, visto l’andamento epidemico, l’uso della mascherina deve essere riconsiderato».

E l’isolamento ha ancora senso?

«Serve sempre mantenere un senso civico: se siamo un po’ raffreddati, se abbiamo quei sintomi respiratori che ci lasciano pensare che potremmo essere infetti, la cosa migliore è fare il test per sapere se abbiamo il covid. A maggior ragione se abbiamo il covid, anche se l’isolamento non è più obbligatorio, restare a casa e isolati finché non stiamo meglio rappresenta una forma di maggior rispetto nei confronti della comunità nella quale viviamo. Ripeto, deve prevalere sempre il dovere civico».

Altre precauzioni che ritiene necessarie?

«Prima di tutto, è fondamentale la vaccinazione. Dobbiamo poi considerare l’uso dei farmaci antivirali; oltre a ridurre il rischio di progressione della malattia, servono anche per diminuire il rischio di contagiosità. Questi farmaci, infatti, abbassano la carica virale e permettono quindi di essere meno infettivi. È un’arma in più che abbiamo a disposizione per confrontarci con questa malattia».

Oggi le nuove varianti preoccupano?

«In termini generali sono meno patogene delle altre, quindi sono meno aggressive e si trasmettono meglio. Ma, come ormai accade regolarmente, hanno il difetto di avere una buona capacità di sfuggire all’immunità. La buona notizia è però che i vaccini che andremo a utilizzare in autunno proteggono bene anche nei confronti di queste nuove varianti che stanno circolando in questo momento».

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