Indotta la confessione degli imputati, inattendibile l’unico testimone oculare e mal repertata la macchia di sangue che ha funto da “prova regina”. Olindo Romano e Rosa Bazzi in tutti e tre i gradi di giudizio sono stati ritenuti colpevoli per la strage di Erba «oltre ogni ragionevole dubbio». Ma i dubbi paventati dai loro difensori, dal sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser e da una folta schiera di innocentisti sono molteplici. E ora, per la prima volta, saranno posti al vaglio dei giudici della Corte d’appello di Brescia.
Nelle 58 pagine dell’istanza con cui Tarfusser ha chiesto la revisione del processo per i coniugi, vengono innanzitutto messi in discussione i tre “pilastri probatori” su cui si è arrivati alla loro condanna all’ergastolo per aver ucciso a colpi di coltello e spranga, l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef Marzouk, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, ferito con un fendente alla gola, riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento.