Festa del Cinema di Roma, l’occasione che la città del cinema deve saper cogliere

Via alla kermesse. L'assedio delle nuove teccologie e la globalizzazione dei modelli produttivi stanno erodendo lo spettacolo. Serve un rilancio

Festa del Cinema di Roma, l’occasione che la città del cinema deve saper cogliere
di Enrico Vanzina
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 07:27

A Roma torna la Festa del Cinema. E la parola Festa, in un momento storico del nostro pianeta lacerato da guerre, orrori, intolleranza, violenza, odio razziale, imbarbarimento del dialogo geopolitico, suona, anzi risuona, come un lampo di luce benefica.

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Allo stesso modo, brilla la parola Cinema. Un rito antico, diffuso, fondante, che significa, nella sua accezione più nobile, dialogo universale sulle criticità della vita, approfondimento della diversità delle varie identità culturali, valori inclusivi i quali rappresentano la base necessaria per una convivenza civile delle idee. 


LO SCAMBIO
Il cinema è uno scambio tra autori e pubblico, bottiglie con dentro messaggi lanciati in cerca di condivisione. Arrivo a dire che il Cinema è il mondo parallelo sognato dall’umanità per fuggire dal mondo reale così perfido e deludente.

Spostarsi ogni tanto nella sua geografia virtuale rappresenta davvero un momento di Festa.


IL SIMBOLO
Da molti anni, questo appuntamento di fine ottobre, non esattamente un festival, ma ripeto una festa, si svolge a Roma. E questa localizzazione rende ancora più forte il senso dell’evento. Roma, capitale indiscussa del mondo antico, culla della civiltà cattolica, la quale ha tramandato al mondo moderno i fondamentali della politica, della giustizia, dell’etica, dell’architettura, della visione multi razziale di uno stato e di una comunità. Roma, quindi, come simbolo della convivenza civile. E Roma intesa, anche, come capitale del Cinema, celebrata dal neorealismo, dalla commedia, dal talento visionario di Fellini, Visconti, Pasolini, ma anche meta preferita del grande cinema americano che in questa capitale ha trovato spunti narrativi e set immaginifici di impatto globale.


LA RIFLESSIONE
Credo che sia con questa prospettiva di dimensione storica e quasi filosofica, per i valori ideali che veicola, che dobbiamo accogliere il momento della Festa del Cinema nella nostra amata città. Come se fosse una finale di qualche grande evento mondiale. Non solo una opportunità economica ma soprattutto un momento di riflessione sulle possibilità di unione e pacificazione che il cinema è capace di generare. Naturalmente questo dipende in larga parte dalla qualità delle proposte messe in calendario. E non sempre queste proposte sono di massima qualità. Speriamo lo siano. L’importante, però, è che il riflettore dell’attenzione si accenda di nuovo su quello che rappresenta il cinema nelle nostre vite quotidiane. Su quello che ha sempre rappresentato: conoscenza, divertimento, riflessione, sogno, presa di coscienza. Tutto ciò celebrato nel rito della sala cinematografica dove le emozioni vengono vissute insieme ad altre persone, creando un effetto amplificato di adesione collettiva.


IL FALSO
Questo è il lato positivo della Festa. Quello, invece, che non deve accadere e che non va cavalcato in maniera ideologica o di parte, è una rappresentazione falsa dello stato di salute del cinema. Spesso, infatti, la divulgazione mediatica importante che riporta l’evento, mostrando il luccichio dello star system tende a far credere alla massa che il cinema gode di ottima salute, che si festeggiano i trionfi di una fabbrica di sogni eterni. Non è così. Guardiamoci in faccia e diciamo la verità. Mai come in questo momento il cinema sta soffrendo il decadimento di un mezzo espressivo in totale trasformazione. L’assedio delle nuove tecnologie, lo spettro dell’intelligenza artificiale, la globalizzazione dei modelli produttivi che stanno spazzando via le nostre identità culturali, stanno erodendo la forza propulsiva dello spettacolo cinematografico. Chi ne sta facendo le spese in maniera drammatica è proprio il cinema italiano, piombato a quote di mercato imbarazzanti. 


LA SPERANZA
A parte qualche film d’autore di grande livello, il nostro sistema non produce più un cinema medio, industriale, di impatto popolare, degno del nostro passato. Oggi, nelle sale, il cinema italiano agonizza. Non crea più ricordi ed emozioni. Speriamo che questa Festa sia la prima pietra di un rilancio atteso e necessario. Speranza, dunque, senza trionfalismi fake.

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