Quei Camaleonti che non cambiano mai colore

Quei Camaleonti che non cambiano mai colore
di Enrico Gregori
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Domenica 22 Gennaio 2017, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 22:07
Tra le star del beat italiano, solo Dik Dik e Nomadi possono vantare una carriera ultra cinquantennale come quella dei Camaleonti.

Questi ultimi, nati nell’underground milanese, iniziarono come molti proponendo cover di gruppi stranieri quando il cantante della band era Riky Maiocchi che, però, abbandonò i Camaleonti molto presto.

Il successo strepitoso de “L’ora dell’amore” (cover di “Homburg” dei Procol Harum),  li catapultò nell’empireo della musica italiana e ancor oggi, e a pieno titolo , proseguono in una carriera intramontabile. Della formazione originale sono rimasti solo Tonino Cripezzi e Livio Macchia. Purtroppo il batterista-metronomo Paolo De Ceglie scomparve prematuramente tanti anni fa.

Il loro segreto? Facile, a dirsi, molto meno a perseguirlo. Classe, padronanza degli strumenti, orecchiabilità, fedeltà a uno stile che non è mai stato imbastardito da contaminazioni alla moda.

Camaleonti di nome, quindi, ma sempre visibili e riconoscibili grazie alla loro genuina identità musicale.

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