“E ora passiamo ad altro”, sul palco i ragazzi dell'Esquilino contro lo sfruttamento mediatico delle tragedie dei migranti

“E ora passiamo ad altro”, sul palco i ragazzi dell'Esquilino contro lo sfruttamento mediatico delle tragedie dei migranti
di Alessandro Tittozzi
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Venerdì 27 Maggio 2016, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 08:42
Un gruppo di persone smarrite. Sono morte, ma camminano e parlano. Cercano il passaggio per l’aldilà. I vivi le guardano prima con morbosa curiosità, poi con crescente diffidenza. I mezzi di informazione ne fanno subito un fenomeno mediatico. “E ora passiamo ad altro” è il nuovo spettacolo in scena fino a questa sera al teatro Vascello prodotto dal Centro di Aggregazione Giovanile del Cies di MaTeMù. In scena ragazzi del quartiere Esquilino che spesso hanno alle spalle storie difficili di emarginazione o grandi complessità familiari. Appartengono a tutte le culture – italiani, immigrati e seconde generazioni - e attraverso l’arte trovano un importante riscatto.

I loro insegnanti sono professionisti del panorama teatrale e musicale romano. Dopo un anno di studio i giovani salgono sul palco, diretti da Gabriele Linari, che è anche autore del testo, per mettere in scena una storia che fa riflettere su temi di grande attualità. “L’idea mi è venuta – spiega il regista - dopo la pubblicazione su tutti i social delle foto di Ailan, il bimbo siriano morto sulle coste turche mentre con i suoi genitori cercava una nuova vita. Mi sono chiesto cosa avrebbe fatto o detto questo piccolo se, da morto, avesse potuto parlare a chi metteva in mostra il suo dramma. Ecco, proprio lo sfruttamento mediatico delle tragedie, la diffusione della paura, la perversione “opinionistica” dell’era 2.0, sono alcuni degli obiettivi di questa satira che mette in luce l’incapacità di tener fede al diritto e al rispetto dell’Uomo”.  

In scena oltre 50 ragazzi per uno spettacolo che incorpora teatro, danza, musica dal vivo e rap. Non mancano inserti video per ironizzare sulla cosiddetta “tv del dolore”.
Il centro aggregativo MaTeMù da diversi anni offre all’Esquilino degli spazi per corsi di musica, rap, danza e canto ma anche sostegno scolastico e orientamento al lavoro. “Da noi sono passati oltre 4mila ragazzi – racconta Elisabetta Melandri presidente del Centro Informazione Educazione allo Sviluppo – e la notizia è che nonostante tutte le difficoltà di questo momento storico, siamo ancora qui. Anzi andiamo avanti con il progetto MaTeChef, legato allo sportello di orientamento al lavoro del centro stesso”.  

Si tratta di un percorso di formazione suddiviso in 4 corsi (i primi due ospitati da Eataly) il cui obiettivo è creare nuove professionalità nell'ambito della ristorazione. “In autunno MaTeChef diventerà anche un'impresa sociale conclude Melandri - con l'apertura di un locale in zona Ostiense, presso il quale lavoreranno i ragazzi del corso. Una cucina senza frontiere, in cui i sapori e le culture si mischieranno per lanciare un messaggio di inclusione, come è nella tradizione del Cies fin dalla sua fondazione nell’ormai lontano 1983”.

Questa sera alle 21, teatro Vascello, via  Giacinto Carini, 78, 00152 Roma, telefono:06 589 8031
 
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