Lazio, questo è l'anno dei sogni:
con Anderson ogni traguardo è possibile

Lazio, questo è l'anno dei sogni: con Anderson ogni traguardo è possibile
di Gabriele De Bari
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Venerdì 10 Aprile 2015, 05:59 - Ultimo aggiornamento: 10:55
In quel canto libero, che si è alzato dal fresco prato verde del San Paolo, nello zenith del trionfo biancoceleste, c'erano l'essenza, lo spirito e la forza di questa Lazio dei miracoli. Il presidente Lotito ne è il demiurgo, l'allenatore Pioli il profeta, i calciatori gli interpreti di una stagione da incorniciare. Ma l'entità più solida e intaccabile resta comunque il popolo laziale, che rappresenta il cuore pulsante di un pianeta dove c'è luce anche di notte e dove i sogni accarezzano la realtà con delicatezza. Il sogno intriga, la realtà affascina e diventa contagiosa, come il profumo dei fiori appena sbocciati. Su questo pianeta c'è qualcosa di magico. In pochi avrebbero ipotizzato la Lazio in finale di Coppa Italia, ancora meno numerosi quelli che credevano nei 55 punti in classifica e nelle 7 gemme consecutive in campionato. La squadra ha vinto gli scetticismi diffusi, ha riportato il pubblico all'Olimpico, ha ricompattato l'ambiente, ha regalato delle rivincite e può stupire ancora. Il talento è stato valorizzato con il passare delle partite e dei mesi, scanditi anche da sconfitte che hanno consentito di far maturare tutti, calandosi completamente nella nuova dimensione. I tifosi si sono ricreduti sulle potenzialità dell'organico e, pian piano, si sono innamorati fino a fare pazzie. Niente di strano, succede anche nella vita. Vincent Van Gogh, prima di morire, riuscì a vendere uno solo dei quasi 800 quadri realizzati ma oggi i suoi dipinti più famosi superano 100 milioni di euro. Più o meno la cifra che il presidente pretende per cedere il cartellino della stella Anderson. La Lazio che vince, diverte ed entusiasma può essere accostata a una tela d'autore nella quale ogni sfumatura di colore delizia e sazia l'occhio dell'attento ed esperto osservatore.



PROSPETTIVE

La Lazio non annoia mai lo spettatore e dà la sensazione di poter venire a capo, in ogni momento, di qualsiasi incontro, persino di quello più spigoloso e difficile. C'è uno spogliatoio compatto, plasmato da Pioli, che non molla mai, che ha imparato a credere nelle proprie possibilità, che cerca ogni successo con pervicacia. Qualcuno può difettare nella tecnica, nessuno nell'abnegazione né nell'altruismo che aiutano a superare i problemi. Il singolo al servizio della squadra perché, in cima a tutto, c'è il gruppo. E' la parola d'ordine dell'allenatore che, dopo avere inquadrato la situazione, ha ripagato la fiducia della società e le pretese del pubblico, sfruttando al meglio le risorse, alzando il tiro degli obiettivi. Fino a 2 mesi fa si pensava al ritorno in Europa League, oggi si parla di Champions, di finale di Coppa Italia, di futuro al sole. Roma e Juventus sono nel mirino. Questo recitano i numeri.



FENOMENO ANDERSON

Questa Lazio, uscita dalle macerie dello scorso anno, è diventata una corazzata: la difesa è più compatta e subisce meno reti, il centrocampo, costruito attorno all'argentino Biglia, possiede alternative di livello. Il recupero di Lulic garantirà un'altra soluzione di prima fascia, un passo e un dinamismo diverso al reparto. La ritrovata freschezza di Klose rende l'attacco temibile in quanto il tedesco, oltre a essere un goleador di lignaggio e longevo, veste pure i panni dell'allenatore in campo, dispensa consigli, si batte come dovesse ancora dimostrare tutto il suo valore: è un punto di riferimento costante. Candreva ha ritrovato il passo dei giorni migliori, Mauri e Parolo possiedono la necessaria esperienza e l'abilità sotto porta. E su tutti c'è il funambolico Felipe Anderson che, da oggetto misterioso, ha saputo indossare gli abiti del campioncino. Ha l'argento vivo addosso, è bello vederlo danzare con il pallone, dribblare, scattare, offrire assist ed essere anche ”Poeta del gol”. I suoi vocalizzi inducono all'applauso anche i tifosi avversari e, finché il fenomeno brasiliano viaggerà su questo standard, il tecnico e i tifosi potranno stare tranquilli perché la squadra continuerà a volare in alto. A completare il quadro, c'è la qualità della panchina che consente a Pioli scelte ampie e comunque valide. Qualcuno parla di finale di campionato in salita ma saranno gli avversari a doversi preoccupare della Lazio, sempre più macchina da guerra. Parafrasando la famosa frase dell'imperatore spagnolo, Carlo V, si potrebbe affermare che “sul pianeta Lazio non tramonta mai il sole”...