Immobile: «Avanti con Tudor. Con Mau si era rotto qualcosa. Io rimango qui, niente Arabia»

Il bomber a rischio per l’Europeo: «Ma spero in un regalo di Spalletti». Anche Zaccagni e Provedel sono preconvocati

CAPITANO Ciro Immobile, 34 anni, ha un contratto fino al 2026
di Valerio Marcangeli
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Martedì 21 Maggio 2024, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 15:25

ROMA Un altro giorno di riposo, poi domani si potrà tornare a preparare l’ultimo capitolo di una stagione complicata, ma chiusa in crescendo. D’altronde i numeri con Tudor dicono questo. Il pareggio di San Siro, con i 3 punti sfumati all’87’ – che portano a 20 il conto di quelli persi da situazione di vantaggio – ha portato a quota 17 (media di 2,12 a partita), ritmo inferiore solo all’Atalanta con 19 nell’attuale Serie A.

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Il rammarico di un finale differente anche in merito alle aspirazioni Champions a Formello c’è eccome, soprattutto dopo i gol subiti nel finale domenica e con il Monza, ma i presupposti per pensare a una Lazio competitiva anche nel futuro con Tudor ci sono tutti, parola di Ciro Immobile: «La società non penso abbia fatto una scelta momentanea – le parole dell’attaccante al circolo Due Ponti per il World Legends Padel Tour – ma basata sul futuro e penso che andrà avanti su questo percorso». Il bomber, rimasto deluso dai 90 minuti in panchina a San Siro, ha spiegato così il cambio di panchina biancoceleste: «Ha portato quelle scintille emotive che ti spingono a raggiungere determinati risultati. Siamo stati bravi a capire subito quello che chiedeva Tudor nonostante siamo passati da un estremo a un altro. Purtroppo quando cambi un tecnico importante come Sarri è una grande sconfitta, eravamo i primi dispiaciuti, ma evidentemente si era rotto qualcosa e bisognava cambiare. In più ho sofferto tanto le accuse nei miei confronti in merito all’esonero. Ora però ci siamo rialzati, peccato per Coppa Italia».

L’adattamento ai nuovi principi tattici è ancora da limare, ma il capitano non ha dubbi sulla possibilità di fare bene anche con l’allenatore croato: «Il vero Ciro ci sta con Tudor, non ha grosse preoccupazioni.

Ora dobbiamo finire il campionato, resettare e arrivare al ritiro in massima forma». Poi entra nel merito delle aspirazioni future: «Io ho due anni di contratto ancora con la Lazio, mi trovo bene così come la mia famiglia e non vedo motivi per andare via. Poi chiaro che dopo una stagione del genere ci sono tanti punti interrogativi. Diciamo che ho pagato un po’ di calo dopo sette anni a livelli eccezionali, ma questo non può distruggere quanto di buono fatto con questa maglia». Per ora conviene allontanare i rumors: «Abbiamo parlato con Inzaghi, ma per la stagione che ha fatto, non dell’Inter. Arabia Saudita? Per quando? Per il prossimo Mondiale o da allenatore (ride, ndc)?. Scherzi a parte, dei sondaggi ci sono stati come per altre migliaia di giocatori perché è un campionato che vuole crescere, ma di concreto non c’è niente». Meglio sognare la Nazionale vista la presenza tra i preconvocati assieme a Provedel e Zaccagni: «Sicuramente è un obiettivo. Dopo un’annata così non mi aspetto chissà che cosa e non ho parlato con Spalletti, ma se dovesse arrivare un regalo non lo rifiuterò sicuramente».

NAZIONALE

Sia lui che il portierone biancoceleste proveranno a strappare una chance in extremis che invece dovrebbe avere senza problemi Zaccagni, ieri impegnato in un evento dedicato all’intelligenza artificiale proprio a Coverciano, e sulla stessa lunghezza d’onda di Immobile per Tudor: «Con lui sono cambiate un po' di cose. Logico che quando arriva un nuovo allenatore c'è sempre quella scossa iniziale. Siamo arrivati in Europa League (manca poco per la certezza, ndc) e siamo felici di aver rimesso in piedi una stagione non felicissima. Coverciano? Spero di esserci anche fra qualche giorno».

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