Al Salone del Mobile vince il mix. La presidente Maria Porro: «Qui mostriamo cosa sarà il mondo del futuro»

Artigianalità e industria, design e tecnologie digitali, creatività lineare e sprazzi rétro. Avanti col nuovo in nome della sostenibilità ambientale

Al Salone del Mobile vince il mix. La presidente Maria Porro: «Qui mostriamo cosa sarà il mondo del futuro»
di Claudia Guasco
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Mercoledì 17 Aprile 2024, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 07:49

Sperimentare, crescere, «coinvolgere aziende che abbiano qualcosa da dire», promuovere contenuti. «In una parola, siamo sempre sulla frontiera», afferma Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.

È così, spiega, con l’entusiasmo e la curiosità di chi si pone sempre la domanda «dove va il design?», che si arriva all’edizione numero sessantaquattro con grandi numeri: 1.900 espositori da oltre trenta Paesi e record di visitatori per un comparto, il legno-arredo, che nel 2023 ha fatturato 52,6 miliardi di euro, di cui circa 20 di export e 32,7 dal mercato interno.

Il Salone del Mobile, uno sguardo sul mondo

«Pensiamo che il Salone debba essere il palcoscenico privilegiato per le aziende principali, ma anche per quelle all’avanguardia - è la filosofia di Maria Porro - Qui abbiamo i big dell’elettrodomestico a livello internazionale, le chicche del design italiano, nomi tedeschi, scandinavi e giapponesi di altissimo livello. Ospitiamo 185 nuovi espositori, il mix tra i colossi e le nicchie del settore per noi è importantissimo». È uno sguardo sul mondo, che quest’anno apre l’orizzonte a combinazioni inattese e contaminazione di stili differenti: la linearità del 2023 è illuminata da sprazzi di gusto rétro e da lampi di luce d’impatto come il rosa Barbie, sempre di tendenza, distribuito con dovizia su divani e tappeti, sulla vasca idromassaggio e la cappa della cucina.

Ambiente, quest’ultimo, che anche nel 2024 riafferma il proprio ruolo centrale e fluido, senza soluzione di continuità con le altre zone, determinando un ripensamento del design degli arredi in un’ottica di flessibilità, ma anche di coerenza stilistica ed estetica con il resto della casa. La cucina è aperta, invita all’incontro e alla condivisione: le linee sono sempre pulite e minimaliste per esaltare funzionalità e versatilità degli arredi, i materiali e i colori naturali evocano accoglienza. Sempre attuali le grandi isole scultoree, i moduli sospesi, armadiature ed elementi a giorno, i pensili interamente di vetro e le lavorazioni in grès. Anche gli elettrodomestici escono dai confini prestabiliti, ecco il frigorifero con porte a Led che cambiano colore grazie a un’applicazione che permette di scegliere tra 23 sfumature per una personalizzazione a seconda degli spazi o dell’umore.

Questa sarà l’edizione dei messaggi e di una visione sostenibile del futuro, che passa attraverso responsabilità ambientale e valorizza la manifattura artigianale rielaborata dalle tecnologie digitali. C’è la cultura del progetto, con gli oggetti rieditati con nuove tecniche e materiali circolari, perché rieditare non significa semplicemente reintrodurre sul mercato, ci sono le incursioni nel mondo della moda con pezzi disegnati da stilisti e la riconferma che nelle case le barriere tra interno ed esterno non esistono più. La terrazza o un pezzetto di giardino sono il prolungamento naturale della vita domestica, fondendosi con il soggiorno. Qui dominano i volumi ampi, i divani profondi e confortevoli, i moduli sono flessibili. Prevalgono le curve, rassicuranti e accoglienti, la rivoluzione domestica è armonia e dolcezza, convivialità e condivisione. Gli spazi vengono ripensati e questa operazione coinvolge anche il bagno, una stanza che da necessaria e funzionale assume vita propria.

Diventa un’area benessere e rigenerativa, in stretto collegamento con i vari ambienti: esce la vasca da bagno, entrano elementi di arredo comuni alle altre stanze, come il lavabo che racchiude vani portaoggetti, mensole, piani e nicchie per smartphone.

Porte simboliche

Progettazione, sviluppo, connessione. «Il Salone non è solo un evento, ma un ecosistema che genera cultura, relazioni e mette insieme in un grande laboratorio di idee tutta la comunità internazionale del design», riflette Maria Porro. È il luogo in cui scoprire novità e stringere legami, spiega, un punto di incontro tra imprenditori, aziende, compratori, designer, studenti e appassionati. È il posto in cui si immagina il futuro, cominciando a pensarlo. Come ha fatto il regista dell’inconscio David Lynch con la sua installazione, due porte simboliche da attraversare per immergersi nella manifestazione. Una riflessione sul design e sulla relazione profonda con l’interiorità di chi arreda lo spazio non per ragioni puramente decorative, ma come proiezione di se stesso.

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