Foligno, Quintana: «Io David Lu Ras vi spiego l’appartenenza alla Giostra»

Foligno, Quintana: «Io David Lu Ras vi spiego l’appartenenza alla Giostra»
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Giovedì 8 Settembre 2022, 14:35

FOLIGNO - «Sono la rione Cassero dal 1979. Da 43 anni vivo la stessa fede quintanara e al rione ho ricoperto tutti i ruoli dal popolano al priore, meno che quello di tamburino». A raccontarsi a Il Messaggero è David Angelucci una delle colonne storiche del rione Cassero.

Una lunga militanza al Cassero. Quale è stata l’emozione più grande?

“Sicuramente quando sono diventato priore. È il traguardo cui tutti puntano anche se non lo dicono, ma è così. E poi c’è l’altra importante emozione e cioè la Giostra”.

In questi lunghi anni quintanari, cosa è cambiato?

“Adesso è tutto diverso. Mi riferisco alla militanza in un rione e soprattutto al senso dell’appartenenza”.

Si spieghi meglio

“È una questione di mentalità. E quella mentalità, che poi diventa la pratica quotidiana, oggi manca per molti versi tanto nei “vecchi” che nei “giovani”. Se ragioniamo su un prima e un dopo, il prima aveva quel romanticismo che portava tutti a lavorare insieme, nel rispetto dei ruoli, per un obiettivo comune. Insomma si faceva tutto nel nome dell’appartenenza. Adesso quella mentalità dell’appartenenza pare mancare se non addirittura per certi versi non esserci più”

Lei è per tutti Il Ras. Ma come nasce questo simpatico appellativo?

“Insieme alla Quintana ho un’altra grande passione. Amo cucinare ed uno degli arnesi tipici della cucina è il matterello che a Foligno chiamiamo “Lu rasagnolo”. Quindi partendo dalle prime lettere è nato Lu Ras”.

Insomma una questione legata al gusto.

“Certo il gusto della cucina e il gusto della Quintana. Entrambe vanno provati e vissuti.

E su tutto la passione e la pratica costante dell’appartenenza”.

IL PUNTO

Il senso è chiaro: il cambio generazionale e l’evoluzione dei tempi sta determinando mutazioni a largo raggio. Mutazioni che, e non potevano essere diversamente, toccano anche la Giostra. La Quintana, però, qualche passo per infondere il senso di appartenenza l’ha compiuto. Il riferimento va necessariamente alla cerimonia laica che si celebrerà domenica all’unisono in tutti e 10 i rioni. La cerimonia è quella del battesimo rionale. Un passo, che diventa passaggio obbligatorio, che sancisce l’ingresso dei nuovi rionali nei rispettivi rioni. È un inizio e l’evento sta prendendo sempre più importanza. Come in ogni cosa si può fare di più. Sul come ci ragioneranno, se del caso, i prossimi consigli rionali e il prossimo ente Giostra, visto che quest’anno i mandati scadono e il quadriennio si chiude aprendo poi alla tornata elettorale per il rinnovo delle cariche. Intanto il rione Cassero, guidato dal priore Fabio Serafini, si accinge a regalare sorprese alla città. A spiegarle, anticipando qualche dettaglio, è lo stesso Serafini. “Abbiamo voluto dare – dice il priore – una veste diversa al nostro classico evento ‘In vino Veritas’ e il 13 settembre, alle 18.30 sveleremo di che si tratta. Ma abbiamo pensato anche ad altre sorprese per il Corteo Storico. Ci saranno novità sceniche e da punto di vista dei suoi. Altro non dico per non rovinare la sorpresa e invito tutti ad intervenire”. Un lavoro, quello che il Cassero presenterà che, se da un lato chiude il quadriennio di mandato, dall’altro premia ancora una volta l’impegno dei rionali e del Consiglio della Torre Merlata. Un lavoro fatto lontano dai riflettori della ribalta ma che trasuda impegno e volontà senza pari.

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