Inflazione giù, ma prezzi sull'ottovolante. A Terni più caro il trasporto ferroviario, a Perugia rincari per cacao e cioccolato

Rispetto a un anno fa super aumenti per zucchero e olio d'oliva

Inflazione giù, ma prezzi sull'ottovolante. A Terni più caro il trasporto ferroviario, a Perugia rincari per cacao e cioccolato
di Fabio Nucci
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Martedì 28 Novembre 2023, 07:37

Il trend decrescente subito dalle tariffe energetiche ha trascinato l’inflazione verso il basso anche in Umbria dove il costo della vita resta comunque sopra la media nazionale. A ottobre, sulla base dei dati raccolti nei due capoluoghi di provincia, è stato rilevato un tasso regionale del 2,32% contro l’1,8% nazionale. Pur in un contesto di caro prezzi attenuato, secondo quanto elaborato dall’Unione nazionale consumatori, Perugia resta una delle dieci città medio-grandi più care d’Italia. E se nel confronto annuale, i listini di alcuni prodotti di largo consumo sembrano essersi stabilizzati, ma in un contesto di forti aumenti registrati l’autunno 2022, ci sono articoli che registrano comunque rincari a due cifre: olio d’oliva a Perugia e zucchero a Terni segnano un +50% circa. Più cari anche patate, pacchetti vacanza e voli nazionali.
Con un tasso d’inflazione annuo al +2,5%, il capoluogo di regione torna nella top ten delle città più care d’Italia, posizionandosi al nono posto – tra Benevento e Aosta - in risalita dal tredicesimo di settembre. Il ridimensionamento del costo della vita ha tuttavia ridotto il rincaro annuo subito da una famiglia media che in un mese è passato da 1.378 a 574 euro. Resta più “a buon mercato” Terni che con una spesa differenziale annuale legata ai rincari di 414 euro (tasso d’inflazione all’1,8% in linea col dato nazionale) si posiziona alla numero 36, in discesa dal ventesimo posto occupato a settembre (1.332 euro di rincaro annuo). Il dato del capoluogo condiziona anche quello regionale, con l’Umbria che risale dal quarto al secondo posto, dietro la Valle d’Aosta (che può contare su retribuzioni ben diverse) con una spesa media aggiuntiva di 542 euro (1.333 euro a settembre). «Rispetto a settembre, unico confronto corretto per giudicare il Trimestre anti-inflazione – si osserva dall’Unc Umbria - i prezzi dei prodotti alimentari sono rimasti gli stessi, con una variazione pressoché nulla». La variazione congiunturale osservata per il capitolo “prodotti alimentari e bevande analcoliche”, infatti, a Perugia segna il -0,4% mentre a Terni è stata segnalata una riduzione mensile più marcata, pari al -1,2%.
PREZZI SULL’OTTOVOLANTE
Analizzando il paniere elaborato dagli uffici statistica dei due comuni capoluogo, specie a Perugia, non si notano grandi variazioni tra i venti prodotti o servizi che a settembre erano risultati i più cari. Anzi, in alcuni casi, la percentuale di rincaro annuale si è addirittura accentuata. Come nel caso dell’olio d’oliva (dal 40,5 al 48,3%), della riparazione mobili (dal 15,7 al 17,7), del pacchetto vacanza nazionale (dal 19,2 al 21%), del cacao e cioccolato in polvere (dall’11,6 al 12,3 %), della benzina, dei gelati, degli articoli di cartoleria che segnano prezzi rincarati nella stessa misura rispetto all’autunno 2022, pari a circa il 15%. La variazione annuale è invece meno marcata per voli nazionali (dal 41,7 al 35,3%), patate (dal 34,4 al 28,7%) e, soprattutto, lo zucchero che a ottobre risultava più caro del 17,2% rispetto allo scorso anno (+39% a settembre). Dalle birre all’affitto garage, si osservano rincari comunque oltre il 10%. Tra i prodotti che a settembre presentavano rincari annuali da record, solo le uova hanno ora una variazione a una cifra (+8,9%). Sulla riduzione del tasso d’inflazione a Perugia, passato dal 6 al 2,5%, incide il ridimensionamento – in termini tendenziali – subito dal capitolo Abitazione, acqua, elettricità e combustibili che segna un -15,2% rispetto a ottobre 2022. A giudicare dal dato congiunturale, tuttavia, sembra si tratti di una “tregua provvisoria”: a livello mensile si registra infatti un poco promettente +3,4%. Tensioni si osservano sui costi dei servizi idrici (+9,6 annuale, +7,9% mensile) e sul gas di città e naturale che rispetto al 2022 presenta prezzi ridotti del 32,6%, ma su settembre le tariffe sono in salita del 12,3%.
Anche a Terni, a trainare in basso il tasso annuo d’inflazione (passato dal 5,8 all’1,8%) ha contribuito il capitolo Abitazione: rispetto al 2022, registra un calo del 16,4%, ma su settembre 2023 si osserva una risalita dell’1,3%.

Quanto al resto del paniere, restano da record i prezzi di patate, olio d’oliva e zucchero che hanno subito un aumento annuale tra il 28,2 e il 52,6%. Aumenti accentuati rispetto al ridotto tasso d’inflazione per prodotti come apparecchi elettrici per la cura della persona (dal +7,6 al 13,4%), apparecchi fotografici (dal 5,3 al 10%), tariffe ferroviarie (dall’8,5 all’11,2%) e ancora frutta fresca, articoli di cartoleria e pacchetti vacanza.

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