PERUGIA - No alla richiesta di archiviazione e nuove indagini per la morta di Nicola Romano. Dopo una battaglia che va avanti da nove anni, la famiglia del giovane trovato morto in casa nel 2013 ha infatti ottenuto un ulteriore diniego alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm, dopo una riapertura delle indagini successiva alla prima chiusura del 2014.
All'inizio, infatti, la morte del 26enne era passata per un'overdose, ma con alcune zone d'ombra: non solo il segno di un'iniezione sul braccio destro, sospetta per la famiglia non essendo Nicola mancino, ma anche dall'idea dei familiari che il giovane sia morto per soffocamento. Un'ipotesi, in realtà, negata anche da una seconda consulenza, che ha bocciato quel sospetto, a differenza della perizia degli esperti nominati dalla stessa famiglia.