Pastore belga Malinois tenuto in catene senza bere né mangiare, blitz dei carabinieri forestali per liberare l'animale a Passignano sul Trasimeno

Carabinieri forestali
di Walter Rondoni
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Domenica 21 Gennaio 2024, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Tenuto alla catena in un annesso agricolo fatiscente. Vita (non) da cani per un pastore belga Malinois, requisito a un padrone che non poteva o non voleva tenerlo come si conviene, come impongono leggi e norme sulla custodia degli animali domestici. Lo hanno tolto da quella situazione agghiacciante i carabinieri forestali della Stazione di Passignano sul Trasimeno. Durante un controllo, i militari hanno sentito un cane abbaiare e guaire. Entrati nella baracca di un’abitazione privata, hanno scoperto un degrado incredibile. Era al chiuso, senza la luce del sole, legato ad una catena talmente corta che gli impediva qualunque movimento, soprattutto di sdraiarsi a terra. Intorno ciotole sporche, senza cibo ed acqua. Un lager con una trave all’altezza di 130 centimetri, alla quale era legata la catena lunga poco più di un metro. Una tortura per una bestia che in condizioni normali pesa dai venti chili, se femmina, ai trenta, se maschio, e misura 62 centimetri al garrese. Il pastore belga Malinois è molto duttile e versatile con grande efficacia nei compiti più diversi: per la guardia o la difesa, ma è anche cane da catastrofe, da salvataggio, da macerie, da valanga, pet terapy e, naturalmente, da gregge. Il suo stato di salute è apparso così precario da richiedere l’intervento di un veterinario della Usl Umbria 1. Immediato il sequestro, convalidato dalla magistratura, e il trasferimento al canile di Collestrada, alle porte del capoluogo regionale.

Per il proprietario è scattato il deferimento alla Procura della repubblica di Perugia. Maltrattamento di animale sottoposto a condizioni incompatibili con la sua natura, l’ipotesi di reato. Dalla medesima imputazione dovrà difendersi il privato cittadino di Magione, stesso comprensorio lacustre, che a fine ottobre sempre i carabinieri forestali hanno trovato in possesso di 24 cani sporchi e deperiti. Nei loro alloggi, in un contesto di forte sporcizia, era stata accertata la presenza anche di cinque cuccioli, nati da pochissimi giorni. Dei 24 meticci, appena cinque erano regolarmente microchippati e dichiarati all’anagrafe di razza Pointer inglese. Sulla carta, inoltre, il proprietario avrebbe dovuto avere altri sette esemplari, non presenti sul posto al momento del controllo e non rintracciabili. Le bestiole erano denutrite, molte pelle ed ossa, collocate in box coperti di feci sopra le quali venivano alimentate. Scarse le ciotole dell’acqua, sporche e melmose. Dalla difficoltà nell’apertura dei cancelli si sarebbe arrivati alla conclusione che i cani non venivano mai fatti uscire. Un paio di loro erano presumibilmente affetti da leishmaniosi. Maschi e femmine, a coppie, erano tenuti negli stessi recinti: probabile che lo scopo principale fosse quello della riproduzione e della successiva vendita.

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