Terni, maltrattamenti agli ospiti della casa di riposo: 30 anni di carcere per proprietari e dipendenti

La sentenza a dieci anni dal sequestro di Villa Maria Luisa

Terni, maltrattamenti agli ospiti della casa di riposo: 30 anni di carcere per proprietari e dipendenti
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 00:05

TERNI - Quasi trent’anni di carcere per i maltrattamenti degli anziani ospiti della casa di riposo Villa Maria Luisa.

La sentenza del giudice, Chiara Mastracchio, arriva a distanza da dieci anni dal sequestro della struttura di via dei Pressio Colonnese.

Condanna sei degli imputati per concorso nei maltrattamenti degli anziani ospiti e decide una sola assoluzione. Altri tre imputati sono deceduti durante l’infinito processo, che si è chiuso ieri sera alla presenza dei familiari di tre anziani ospiti che non ci sono più e che erano costituiti parte civile implorando verità e giustizia.

Condannate a sei anni di carcere Maria Luisa Massoli, una delle proprietarie della struttura, e Doretta Perreca, ex cuoca e presidente della cooperativa che operava all’interno di Villa Maria Luisa.

Cinque anni di carcere per Giancarlo Chiari, ex direttore sanitario della struttura.

Quattro anni e sei mesi per Sandro Vitali, uno dei proprietari della casa di riposo, e quattro anni ciascuna per l’infermiera Domenica Galati e l’operatrice socio sanitaria, Tiziana Veltri. Accogliendo la richiesta del pm, Giorgio Panucci, che aveva chiesto l’assoluzione anche per l’ex direttore sanitario e la condanna per tutti gli altri, il giudice ha assolto la oss Tonica Munteanu.

In cinque anni di udienze è emerso un quadro pesante delle angherie che gli anziani ospiti furono costretti a sopportare. In quella struttura sequestrata nel 2013, quando furono arrestati in sei e ci furono una raffica di denunce, gli ospiti venivano lavati con l’acqua fredda alle cinque del mattino. Dovevano mangiare pasti avanzati e riciclati, restare con la pipì addosso per ore, prendere farmaci scaduti. Se qualcuno era irrequieto gli veniva spruzzata l’acqua addosso, gli tiravano i capelli e qualche calcio.

Le immagini registrate dalle telecamere piazzate dalle fiamme gialle ternane furono ritenute non utilizzabili dal Riesame. Nonostante questo però i parenti degli anziani ospiti maltrattati, parti civili con gli avvocati Valeria Fracasso, Attilio Biancifiori e Massimo Oreste Finotto, hanno insistito perché venisse fuori la cruda realtà.

I tempi della sentenza, che si commentano da soli, alla fine hanno permesso di portare in aula prove testimoniali che, al vaglio del contraddittorio tra le parti, hanno dipinto un quadro pesante di quello che accadeva tra le quattro mura della casa di riposo a poche centinaia di metri dall’ospedale.

I maltrattamenti, l’incuria, le forme ripetute di vessazione verso gli anziani ospiti, alcuni dei quali affetti da Alzheimer, stando a quanto è emerso durante l’infinito processo, erano sistematiche e provate.

Al punto che, a distanza di dieci anni dal blitz della guardia di finanza, dal sequestro della struttura e dagli arresti, il processo di primo grado si chiude con la pesante condanna di chi gestiva la casa di riposo e la cooperativa ad essa collegata e di chi si occupava della cura degli anziani ospiti.

Risarcimenti per le tre parti civili, misurati in base alla gravità dei maltrattamenti subiti dai parenti che non ci sono più.

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