Trionfo Sir Perugia in Coppa Italia, il patron Sirci: «Bene, ora testa sulle spalle e lavoria per tornare in Europa». Sui tifosi: «Quel muro bianco che mette i brividi»

Sirci e la Sir festeggiano la coppa Italia
di Riccardo Gasperini
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Martedì 30 Gennaio 2024, 08:37

PERUGIA - È felice per il terzo titolo stagionale, la Coppa Italia appena conquistata a Bologna. Va però cauto sul futuro. Lo scudetto, per la precisione. «C’è tempo, si gioca ancora molto». Gino Sirci, patron della Sir Susa Vim Perugia che non conosce rivali in questa stagione (tre titoli vinti su tre in palio), adotta lo stile Lorenzetti, pacatezza e riflessione, quando è chiamato a parlare delle prossime tappe che attendono i suoi Block Devils. «Come dice il nostro coach, dico di cercare di fare le cose bene, per arrivare a tornare in Champions il prossimo anno». La riconquista di un posto in Europa è dunque l’obiettivo finale di una stagione fin qui coronata di successi. Ma proprio in virtù del percorso fatto, il patron bianconero, chiede a tutti di avere testa sulle spalle. Poter tornare in Champions significa fare la finale (cioè arrivare in fondo ai playoff) «che poi ci dobbiamo giocare, quindi dico cerchiamo di fare bene le cose. In Europa vogliamo ritornarci presto, ma serve continuare a lavorare». Della serie «cerchiamo di non montarci la testa, abbiamo sempre una bella salita davanti, non c’è nessuna discesa». È un Gino Sirci schietto quello che racconta le sue emozioni il giorno dopo una battaglia contro due squadre toste come Milano e Monza. Una battaglia vinta anche grazie ad una spinta importante arrivata dagli spalti.

Un aspetto che sta molto a cuore al presidente Sirci, orgoglioso «di un muro bianco che anche a Bologna ha dato i brividi». «Quello che si è visto è stato uno spettacolo, i canti, i coriandoli all’inizio e alla fine, quello che è il movimento sopra al parquet, dà veramente i brividi. Un movimento che rappresentava una maglia, una squadra, una regione e che è diventato enorme nel giro di pochissimo tempo su un territorio piccolo come l’Umbria, dove ci sono tanti altri sport, secondo e va celebrato». Con i suoi tifosi (a Bologna erano un migliaio) la città «eccelle in questo sport, la fa da protagonista».

Certo, per vincere non basta il calore che arriva dalle tribune. In campo ci vanno i giocatori e sia nella semifinale di sabato che nella finale di domenica «alla fine la grande classe dei singoli è emersa». Ma lo stesso patron Sirci ammette che non sono mancati «momenti da cardiopalmo». Quella vinta dalla Sir è infatti stata una Final Four complicata. «È stata una battaglia che non immaginavamo così difficile. Si sono dimostrati molto combattivi, grande battuta, grandi recuperi, difese incredibili che fanno innervosire. L’idea è quella di averla non dico scampata bene, ma di aver fatto una grande impresa perché erano forti». Cresce insomma il panorama delle big di Superlega. «Dobbiamo considerare – precisa Sirci - che Milano e Monza vanno inserite nel contesto delle squadre top del campionato. Non mollano mai». Perugia ha saputo gestire la sfida ed i momenti chiave, fino a portarsi a casa la coppa. Il dodicesimo trofeo per una Sir sempre più protagonista fra le grandi. «Al di là dei trofei, i conti però dobbiamo farli alla fine. Ora sì, sono tre. Siamo stati bravi a vincere queste partite ma non è detto che siamo i migliori perché siamo ancora a metà stagione. Ora conta finire bene come dice il nostro allenatore». Già, e Lorenzetti? Sul coach fortemente voluto in questa stagione, Sirci si dice più che felice della scelta. «Lui è una persona profonda, perspicace, ci capisce. Non ti dice una cosa così, lui interpreta e ti dice le cose, facendoti capire. Si esprime in punta di piedi, è garbato e cortese. Con lui la squadra è cresciuta, gli altri competitor non so quanto sono cresciuti, questo fa capire il valore del personaggio». Ora, per il coach, la missione si fa ancor più complessa. Sta per ripartire la corsa allo scudetto e, con questa, la caccia ad un posto in Champions League. Una sfida nella sfida per una Sir che, per adesso, non conosce limiti.

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