Città del Vaticano - «Gesuiti euclidei vestiti come bonzi alla corte degli imperatori della dinastia dei Ming». Chissà se Franco Battiato quando compose “Centro di Gravità Permanente”, uno dei suoi brani più famosi, avrebbe immaginato che quel riferimento a Matteo Ricci e all'ingresso del cristianesimo nell'Impero Celeste, sarebbe stato un giorno studiato proprio nell'università dei Gesuiti, assieme alla vena mistica contenuta nella sua enorme produzione musicale e poetica. Insomma, una cosa serissima.
La figura sfaccettata e complessa di questo artista alla perenne ricerca di radici spirituali per far avvicinare l'anima umana al tocco del divino, entra a far parte di un innovativo percorso di studi teologici. Lunedì 17 gennaio sarà al centro di una sessione accademica alla Gregoriana. L'idea del professor Paolo Trianni, del Centro Studi Interreligiosi è subito stata approvata dal Rettore.
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Per tutta la sua vita Battiato ha lavorato sugli aspetti essenziali dell’esperienza umana, includendo la spiritualità e la meditazione, facendo leva su una ricerca artistica costante che ha via via inglobato anche elementi sociali, culturali e religiosi. Cercare “l'alba dentro l'imbrunire” è la metafora più immediata di questa ricerca perenne che applicava alle grandi religioni, abbracciandone i contorni. Cristianesimo, Buddismo, Islam Sufi, Ebraismo, Induismo. Nelle sue canzoni includeva persino la meccanica quantistica e la cosmologia, ritenendo fossero elementi utili a un cammino superiore che cogliesse l'orizzonte ultimo e perenne.
«Dopo la sua morte Battiato è stato ricordato in tanti aspetti, tuttavia al momento, a mio parere, manca ancora un esame attento e profondo al Battiato teologo.
Nella sua musica ha inserito volutamente elementi di Ildegarda da Bingen, la grande mistica tedesca, dottore della Chiesa e autrice di monumentali trattati. «Per certi versi il percorso è stato quasi sincretista, è passato da una religione all'altra. Aveva anche un approccio alle tematiche religiose non scientifico, tuttavia a Battiato interessava la mistica e non tanto la Chiesa come istituzione. Amava l'ascetismo e non tanto i dogmi insiti nelle religioni» ha spiegato Trianni.
Uno dei suoi primi riferimenti spirituali è stato Gurdjief, un importante mistico di origine armena che ha vissuto a Parigi e dal quale Battiato ha tratto ispirazione per approfondire il sufismo, l'esoterismo, la filosofia, il cristianesimo. Come Battiato guardava allo scopo di tutte le religioni senza mai realizzare una miscellanea. La meta era il risveglio della coscienza, arrivare a quell'oceano di silenzio contemplato in una delle sue più belle canzoni.