Vaticano, ultimo atto della guerra contro la corruzione. Il Papa apre una mail per raccogliere le soffiate (proteggendo l'anonimato)

Vaticano, ultimo atto della guerra contro la corruzione. Il Papa apre una mail per raccogliere le soffiate (proteggendo l'anonimato)
di Franca Giansoldati
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 12:50

C'è un nuovo indirizzo email che è già al centro di monitoraggi, attenzioni e ansie. E' l'ultimo colpo alla corruzione interna di Papa Francesco, quella più difficile da individuare, collocabile tra le pieghe dell'amministrazione e dei tanti orticelli in cui si potrebbero consumare abusi d'ufficio e altri illeciti amministrativi. Da pochi giorni all'indirizzo segnalazionianomalie@urg.va chiunque potrà inviare all'Ufficio del Revisore Generale segnalazioni, purchè corredati da indicazioni di fatti o circostanze potenzialmente penalmente rilevanti. Sono escluse quelle in forma anonima. Il provvedimento voluto da Papa Francesco ha l'obiettivo di fare emergere «anomalie nell’impiego o nell’attribuzione di risorse finanziarie o materiali; irregolarità nella concessione di appalti o nello svolgimento di transazioni o alienazioni; atti di corruzione o frode». 

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Nessun lavoratore o impiegato nella curia è escluso dalla possibilità di diventare “whisterblower”, autore di soffiate in grado di arrivare alle mele marce. Da quando il Papa è stato eletto, la guerra contro la corruzione è stata una sua costante e questa mossa va certamente in quella direzione. «Le segnalazioni possono dunque riguardare comportamenti impropri che rappresentano una minaccia o un danno al bene comune. Tra questi comportamenti possono rientrare a titolo esemplificativo e non esaustivo: irregolarità contabili, false dichiarazioni; come pure comportamenti volti a ostacolare la presentazione di segnalazioni, a violare i relativi obblighi del segreto d’ufficio o a discriminare il segnalante» si legge nel testo. 

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Non solo. «Le informazioni segnalate possono riguardare fatti accaduti o di probabile verificazione». Inoltre ci devono essere buoni motivi «alla luce delle circostanze e delle informazioni di cui dispongono al momento della segnalazione, che i fatti che segnalano siano veri». Le soffiate escludono però aspetti personali, comportamenti immorali o rivendicazioni che rientrano nei rapporti di lavoro tra subordinati e superiori. 

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Gli autori delle soffiate hanno la certezza di restare anonimi e protetti. «L’identità della persona che fa una segnalazione può essere rivelata soltanto all’Autorità giudiziaria vaticana quando quest’ultima, con decisione motivata, ne affermi la necessità a fini di indagine o di attività giudiziaria». Il Vaticano ha precisato che la pratica della soffiata è regolarmente prevista da procedure Onu, in particolare dalla Convenzione Onu contro la Corruzione alla quale la Santa Sede ha aderito nel 2016.

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