Roma, due colpi in poche ore della “banda del frullino”: casseforti aperte con una smerigliatrice. Bottino 220mila euro

Da Monteverde a Lungotevere delle Navi, ecco i raid dei ladri

PER MOZZETTI Palazzo in Via Portuense 104 Claudia Rolando / AG Toiati
di Camilla Mozzetti
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Martedì 30 Aprile 2024, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 06:23

Due colpi, entrambi andati a segno. E un unico strumento per aprire le casseforti: una smerigliatrice. Potrebbero essere stati “firmati” dalla stessa banda i due furti avvenuti a distanza di poche ore fra sabato notte e domenica pomeriggio. Prima ancora che nello studio di un notaio e di un avvocato, sul Lungotevere delle Navi, qualcuno arrampicandosi al primo piano ed entrando da una porta finestra del terrazzo, riuscisse a portar via 200 mila euro fra denaro e preziosi, un altro colpo si era consumato vicino a Monteverde, in via Portuense 104.

LE INDAGINI

Per la tempistica ma anche per lo strumento usato, non si può al momento escludere che a far razzia sia stato un solo gruppo. Quei due “binari” che la polizia ha iniziato a percorrere potrebbero dunque, alla fine, trovare un punto di contatto tenendo conto del fatto che le indagini stanno iniziando a portare i primi risultati. Per quanto riguarda il furto sul Lungotevere delle Navi, infatti, l’attenzione degli investigatori si è concentrata su due sospettati. Uomini italiani di mezz’età con precedenti specifici alle spalle. Nessuna banda di stranieri dunque, nonostante la recrudescenza di furti e rapine messe a segno nel recente passato da bande di slavi o georgiani come pure le risultanze investigative ma ancora di più la testimonianza delle vittime, che si sono trovate i ladri in casa e che per questo sono state anche sequestrate, hanno dimostrato.

Ma veniamo a quanto accaduto alcune ore prima a meno di nove chilometri di distanza.

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LA DINAMICA

È la notte fra sabato e domenica e trascorsa la mezzanotte qualcuno entra nell’appartamento di un dirigente dell’Agcom. Viene trovata la cassaforte e aperta proprio usando una smerigliatrice. Lo stesso attrezzo che ricomparirà qualche ora dopo nello studio legale del Lungotevere. A Monteverde, una volta aperta la cassaforte, il ladro o i ladri (si ipotizza comunque che anche in questo caso siano almeno due le persone coinvolte) prendono e portano via 15 mila euro in denaro e gioielli. Nessun documento “sensibile” considerata l’attività professionale del proprietario di casa risulterà mancare. Ma in quell’appartamento sarà “dimenticata” una chiave dell’attrezzo che sicuramente sarà di interesse per la Scientifica, arrivata per i rilievi. Circa quattordici ore più tardi, un altro colpo dell’importo ben più generoso si consuma sul Lungotevere delle Navi. Sia qui che nell’appartamento di Monteverde non ci sono videocamere di sicurezza né allarmi. L’unica “analogia” evidente è data dall’attrezzo usato per aprire le casseforti. Sì, strumento comune per chi si diletta in determinati reati ma possibile che i rapinatori abbiano poi così poca fantasia?

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