Pga Championship, Schauffele-Morikawa davanti a tutti

Gran finale a Valhalla: in 15 lottano per il major. Scheffler per un giorno senza superpoteri

Schauffele-Morikawa davanti a tutti
di Stefano Cazzetta
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Domenica 19 Maggio 2024, 12:04

Chi vincerà il 106° Pga Championship di golf, chi iscriverà il proprio nome sul Wanamaker Trophy, chi incasserà i 3milioni e 600 mila dollari di prima moneta, su un montepremi di 20 milioni? Domande obbligatorie, ma la risposta è alquanto complicata. Il secondo major stagionale, in svolgimento al Valhalla Club di Louisville, nel Kentucky, vede un insolito affollamento nelle parti alte della classifica.

Pga Championship 

Tra il -15 del duo di testa e il -10, sono 15 i giocatori che avranno dormito poco prima dell’ultimo giro in scena oggi.

E non sono nomi di poco conto. Sette di loro sono stati protagonisti, sotto le due bandiere, della Ryder Cup di Roma.

Prendiamo la coppia al comando: Xander Schauffele e Colin Morikawa. Il primo, numero 3 nel ranking mondiale, è considerato, a ragione, tra i migliori giocatori in circolazione. Eppure non hai vinto un major e in fatto di vittorie in generale è a digiuno da due anni. È in testa dal primo giro, quando ha presentato un eccezionale score di 9 colpi sotto i 71 del par del campo. Poi ha tenuto a bada gli avversari (62 68 68). Troverà oggi l’affondo finale? Scenderà in campo alle 20:35 italiane e dovrà vedersela con Morikawa, uno che in fatto di major vanta una certa esperienza, avendone vinti due in sequenza nel 2021 e nel 2021 (Pga e Open Championship).

Da allora, però, il ragazzo prodigio ha trovato molti intoppi e poca gloria. Ora appare ritrovato (66 65 67) e siccome per curare le crisi non c’è niente di meglio delle vittorie, questa rappresenterebbe un eccellente toccasana. A insidiarli più da vicino, a un solo colpo, c’è Sahith Theegala (65 67 67), forse quello che non ti aspetti. Lui stesso dice di sentirsi una specie di intruso tra tanti nomi illustri. Allo stesso tempo, però, risultati alla mano, sa che si tratta di un ingannevole effetto ottico. Lui i numeri li ha per dare una svolta alla carriera e sentirsi grande tra i grandi. Il carattere non gli manca.

Le condizioni del percorso di Valhalla sono tali da favorire score molto bassi. I green morbidi favoriscono gli attacchi alla bandiera. La palla si ferma più o meno dove atterra, al contrario di quando sono duri e non sai dove e quanto rotolerà. Efficace l’analisi di Justin Thomas, che qui è di casa, essendo nato proprio a Louisville, che è anche la città di Cassius Clay-Muhammad Alì. Dunque tutto può ancora succedere, considerato che dopo il 62 di Schauffele, anche Shane Lowry ha eguagliato il punteggio più basso di un giro nei major. Lo ha fatto ieri esibendo un gioco impeccabile. Il -9 gli ha permesso di rimontare una trentina di giocatori e ora si trova al 4° posto. Sa come si vince un major, avendo trionfato nell’Open Championship del 2019 a Portrush, e anche per questo è un candidato accreditatissimo.

Insieme con l’irlandese, a -13, ci sono Bryson DeChambeau e Viktor Hovland. Il primo ha scelto i milioni della Liv e frequenta solo le gare dello slam. Ma il ragazzo che, su basi scientifiche, si era prefisso di cambiare atteggiamenti e abitudini del golf, sembra essere in grande spolvero. È arrivato 4° al Masters, sta lottando alla grande a Valhalla (68 65 67), può vantare già uno Us Open in carriera e non è tipo da mollare sul più bello. Il secondo, Viktor Hovland, dopo la grande stagione 2023, in cui è risultato il migliore del Pga Tour e dopo aver fatto faville alla Ryder di Roma, sembrava essersi perduto. La settimana scorsa è tornato dal suo vecchio coach Joe Mayo e il tagliando sembra aver rimesso in ordine il motore (68 66 66). Non parte in prima fila, ma ha le carte in regola per vincere in rimonta il suo primo major.

Gli inseguitori 

La lista degli inseguitori è lunga: da Justin Rose e Robert MacIntyre (-12) a Dean Burmester (Liv), a -11. E poi Lee Hodges, Justin Thomas, Harris English, Thomas Detry, Tony Finau e Austin Eckroat, tutti a -10, tutti con legittime ambizioni. All’elenco mancano però due nomi importanti: dov’è Rory McIlroy che non vince un major dal 2014, quando si impose proprio qui a Valhalla? Il nordirlandese, reduce dal successo nel Wells Fargo la scorsa settimana, partirà dalla 19ma posizione. Il suo -8 lo colloca 7 colpi dai leader. Obiettivamente troppi, soprattutto considerato il numero complessivo di giocatori che ha davanti, e dunque, salvo miracoli, l’appuntamento è ancora una volta rinviato.  

L’altro nome è quello di Scottie Scheffler, il numero uno del ranking mondiale, l’uomo che sa solo vincere. Ma anche per uno come lui esistono i limiti. Le vicende personali di questi giorni alla fine hanno lasciato il segno. Nella giornata di venerdì è passato in poche ore dall’arresto in manette al tee della 1 senza, apparentemente, subire scompensi psicologici, chiudendo il giro con 5 colpi sotto il par e risalendo a 3 colpi dalla vetta. Ma lì aveva giocato forte l’adrenalina. Ieri, per un giorno, è andato in campo senza il suo fidato caddy Ted Scott, in licenza concordata per la laurea della figlia, e si è fatto assistere dal cappellano del Pga Tour Brad Payne. Ha chiuso in 73, prima volta sopra par dopo 42 giri consecutivi in cui non gli accadeva. Ora si trova in 24ma posizione a -7, ad anni luce dalla vetta. Il peso degli eventi gli ha tolto i superpoteri e ha fatto emergere una umanissima fragilità. Solo un episodio? Oggi capiremo di più.

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