Picchia la compagna in gravidanza: «Devi abortire». Condannato a due anni

In tribunale la drammatica vicenda di maltrattamenti in famiglia e lesioni

Picchia la compagna in gravidanza: «Devi abortire». Condannato a due anni
di Marcello Ianni
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 09:57

Durante lo stato di gravidanza avrebbe picchiato la compagna perché avrebbe dovuto abortire. E ancora: schiaffi in faccia prima e dopo la visita ginecologica, all’interno dell’auto. L’ennesima brutta vicenda di maltrattamenti in famiglia e lesioni, è stata  affrontata dal Tribunale dell’Aquila che ha condannato N.M. di 25 anni dell’Aquila (assistito dall’avvocato Carlo Benedetti), alla pena, sospesa,  di due anni di reclusione. L’imputato era accusato di maltrattamenti nei riguardi della convivente (in un periodo compreso tra il 2020 ed il 2022), di ripetute vessazioni psichiche, mediante minacce, percosse e lesioni personali anche in presenza figlia minore, nata dalla loro unione. Presunti comportamenti violenti sin dall’inizio della convivenza, che non sono cessati neppure quando la parte offesa si trovava in stato di gravidanza. L’uomo avrebbe rivolto offese mortificanti del tenore: «Sei malata, non stai bene, ti devi far ricoverare. Ti devo ammazzare, ti devo togliere la bambina, se te ne vai sei morta», picchiando la compagna con calci e pugni in varie parti del corpo perché a suo dire la donna avrebbe dovuto abortire. Percosse che non sarebbero state risparmiate in macchina prima e dopo una delle visite ginecologiche cui la donna si era sottoposta. Maltrattamenti secondo l’accusa avvenuti anche all’interno delle mura domestiche dove la compagna dell’imputato era stata colpita in varie parti del corpo, afferrata poi al collo con entrambe la mani strette con forza. Nel corso di una discussione l’imputato avrebbe esclamato: «Lascia la bambina che adesso ti meno», anche qui schiaffi che l’avevano costretta a trovare rifugio nella camera da letto. «Prima che me ne vado io, ti devo ammazzare» avrebbe detto l’uomo in uno degli episodi portati all’attenzione del Tribunale, nel quale dopo aver afferrato per i capelli la parte offesa il 25enne l’avrebbe spinta a terra, immobilizzandola e colpendola con pugni al corpo alle spalla al fianco.
La denuncia della donna e i certificati medici del pronto soccorso per le lesioni hanno consentito di inchiodare alle proprie responsabilità l’imputato, che è stato condannato.
 

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