Trasferito all'Aquila per il finanziere dei dossier

Pasquale Striano ha preso servizio al Comando delle fiamme gialle. La difesa dei colleghi

La sede del Comando regionale delle fiamme gialle d'Abruzzo
di Marcello Ianni
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Giovedì 21 Marzo 2024, 11:15

Etichettato come “attentatore” numero uno della privacy dei potenti. Per qualcuno è diventato il prototipo dello spione di ultima generazione ma per i colleghi di lavoro che ora sono gomito a gomito con lui, «è un uomo mite, sereno, da difendere senza ombra di dubbio». E’ approdato presso il Comando regionale delle Fiamme gialle dell’Aquila, il tenente Pasquale Striano, al centro della Procura di Perugia, sui presunti accessi abusivi alle banche dati della Procura nazionale antimafia (Dna).


La notizia è stata  tenuta riservata dai vertici del Corpo, e proprio questo particolare non fa escludere che la presenza dell’ufficiale possa essere stato trasferito all’Aquila già da tempo, ovvero quando dall’interno si era già avuta notizia di un possibile scandalo mediatico. I suoi difensori fanno notare che non è mai andato a caccia di gossip dei governanti o vip e ha solo la colpa di aver cercato di capire perché, ad esempio, un ministro fosse socio di personaggi chiacchierati e le sue società fossero guidate da rumeni prestanome (sino a pochi giorni dalla nomina). Anche qualche collega di lavoro dell’ufficiale (trasferito nel settore Tecnico logistico amministrativo dell’Aquila, dopo essere stato responsabile del Gruppo segnalazioni operazioni sospette dello stesso Corpo presso la Dna) pur non essendo entrato nel dettaglio della vicenda è pronto a sostenere l’innocenza del militare finito, a loro dire, ingiustamente nel tritacarne della politica e poi dei media che hanno creato un “caso” inesistente.
Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha indicato il tenente come l’autore delle ricerche dai «numeri mostruosi e inquitenti».

Presunti dossieraggi che tra soffiate e articoli di stampa avrebbero coinvolto tra gli altri anche l’ex dirigente del Miur Giovanna Boda (condannata a 2 anni e 2 mesi), arrivata in città nel luglio del 2011 (come responsabile dell’Ufficio scolastico regionale Abruzzo) ed era andata via dopo nove mesi per approdare al Ministero. Nella vicenda giudiziaria sui cosiddetti dossieraggi compare un altro indagato: Antonio Laudati, sostituto procuratore della Dna, diretto superiore del tenente Striano, magistrato che conosce bene L’Aquila, essendo stato delegato sempre dalla Dna alla ricostruzione post-terremoto. Laudati era presente anche alla presentazione della banca dati sulla ricostruzione post terremoto (Crasi) contenente indagini, documenti, interdittive e altre informazioni.

Un progetto sperimentale, diventato poi a livello nazionale fiore all’occhiello per valorizzare i dati raccolti dalle forze dell’ordine sul campo da incrociare con la stessa Dna nell’ambito delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel cantiere più grande d’Europa.

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