Adela, suicidio per paura: l'ex la minacciava e tormentava anche dai domiciliari

Caltanissetta, la donna lo aveva denunciato per stalking e temeva una reazione violenta. Il macabro post sul web dopo la tragedia: «Amore mio, mi hai lasciato troppo presto»

Adela, suicidio per paura: l'ex la minacciava e tormentava anche dai domiciliari
di Riccardo Lo Verso
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Martedì 4 Luglio 2023, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 09:34

Era angosciata. Non ha retto alla paura di essere finita di nuovo nelle grinfie dell’uomo di cui si era liberata dopo tanto dolore. Aveva il timore che non fosse stato sufficiente denunciarlo, farlo processare e condannare per violenza sessuale, lesioni e minacce. Si sentiva braccata, in pericolo di vita. Ed è per questo che si sarebbe suicidata il giorno dopo avere denunciato le nuove minacce subite e il giorno prima che il suo ex fidanzato finisse in carcere con un aggravamento della misura cautelare. Adela aveva 33 anni, si è impiccata nella sua casa di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Era di origine rumene, così come l’ex compagno, Razvan Barzoi, 26 anni, che avrebbe offerto una versione diversa. La donna avrebbe cercato di ricucire il rapporto naufragato da tempo. Circostanza strana, visto che era stata proprio lei ad averlo inchiodato. L’uomo era stato condannato a 11 anni in primo e secondo grado. Nessuna crepa nella ricostruzione della vittima. 

EPILOGO TRAGICO

La situazione è precipitata in tre giorni fino al drammatico epilogo. La donna non stava fingendo quando il 29 giugno, nel corso di una video chiamata, ha mostrato all’ex fidanzato il cappio che poi ha davvero stretto attorno al suo collo per farla finita.

Il giorno prima aveva riempito quattro pagine di denuncia. Raccontava il ritorno dell’incubo che aveva creduto di avere scacciato per sempre. Si erano conosciuti nel 2020. Era naturale che le origini comuni fossero un motivo di avvicinamento. Si guadagnavano da vivere entrambi con lavori saltuari. Sono rimasti legati sentimentalmente per qualche mese. Un rapporto difficile e conflittuale sfociato in violenze sessuali e maltrattamenti. Storie di soprusi continui. La donna lo aveva denunciato. Il suo racconto è sempre stato ritenuto credibile, sia nella fase delle indagini che in quella processuale con una doppia sentenza di condanna. Dopo l’ultimo verdetto, in aprile, Barzoi era finito agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Una misura che non è bastata ad arginare la sua collera. 

LE OFFESE

Avrebbe, infatti, iniziato a chiamare Adela per offenderla e minacciarla di morte. Si sarebbe pure recato a casa dell’ex fidanzata. Il 28 giugno la donna ha deciso di denunciarlo di nuovo per stalking. Un grido d’aiuto raccolto subito dalla Procura generale di Caltanissetta. Il pg Fabiola Furnari, ritenendo il romeno pericoloso, ha chiesto e ottenuto in tempi record l’aggravamento della misura cautelare per l’imputato: dagli arresti domiciliari al carcere. Il provvedimento è stato eseguito il 30 giugno all’indomani del suicidio e due giorni dopo la denuncia. La celerità dell’intervento non ha evitato il peggio. 
Ci sono degli aspetti da chiarire. A cominciare dalla telefonata di Barzoi. È stato lui ad avvertire i carabinieri che la donna stava per suicidarsi. I militari che hanno raccolto la segnalazione si sono precipitati a casa di Adela. Non c’era più nulla da fare. Gli investigatori stanno ascoltando una serie di testimoni. La storia che la vittima volesse riallacciare la relazione che tanto l’aveva fatta soffrire mostra incongruenze, ma non può essere subito messa da parte. Ci si troverebbe di fronte ad un inspiegabile cambiamento. 

I CONTROLLI 

Bisogna analizzare l’aspetto dei controlli a cui il romeno doveva essere sottoposto, essendo ai domiciliari e avendo obblighi che, evidentemente, avendo continuato a minacciare la donna, non avrebbe rispettato. 
Il corpo della romena è stato restituito ai familiari e la magistratura ha deciso di non fare eseguire l’autopsia. Agli atti dell’indagine è finito anche un post social. È il segno dei tempi. Nella pagina Facebook, il 30 giugno, giorno del suicidio, Barzoi ha scritto: «Mia bellissima regina che Dio ti faccia riposare in pace. Mi hai lasciato troppo presto, ti amerò tutta la vita, non ti dimenticherò mai, anima mia bella». E solo sei giorni prima della tragedia, l’uomo aveva sostituito la foto del suo profilo con una vecchia foto in compagnia di Adela ai tempi della loro relazione. Una scelta che, alla luce di quanto accaduto dopo, appare ancor più drammatica. 

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