«Battisti sarà presto estradato»: intervista a giudice Corte suprema

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di Alfredo Spalla
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 14:57

Il presidente brasiliano Michel Temer, secondo alcune indiscrezioni di stampa, avrebbe deciso di revocare l’asilo politico a Cesare Battisti, il terrorista di sinistra condannato a due ergastoli in Italia. Questa mossa potrebbe di fatto accelerare l’estradizione di Battisti. Manca però ancora la conferma ufficiale da parte della presidenza. Nei giorni scorsi il terrorista “rosso” era stato arrestato e poi rilasciato perché le accuse di traffico di valuta erano cadute. Dopo la scarcerazione i legali di Battisti avevano però subito presentato delle istanze alla Corte Suprema Federale per bloccare qualsiasi possibilità di estradizione. Istanze che però, come spiega il giudice Gilmar Mendes, ex Presidente della Corte Suprema brasiliana e relatore di uno dei due casi riguardanti l’italiano, potrebbero anche essere superate. Oggi, Mendes è membro della Corte - il Supremo Tribunal Federal, il massimo organo giudiziario del Brasile -, presidente del Supremo Tribunale Elettorale e professore di diritto costituzionale. Otto anni fa, grazie al suo ultimo voto favorevole - arrivato sul 4 a 4 - la Corte concesse l’estradizione di Battisti, ma lasciò l’ultima parola all’esecutivo. Lula, in una decisione storica per la giurisprudenza brasiliana, ignorò la sentenza della Corte. 

Giudice Mendes, ripercorriamo le tappe del “caso Battisti”.
«Tutti ricordano la decisione del 2009, quando la Corte si espresse in favore dell’estradizione. Il Tribunale considerava illegale lo status di rifugiato politico per Battisti, ma s’intese che la decisione sull’estradizione dovesse essere lasciata al governo di Lula. L’esecutivo decise di non dar seguito all’estradizione, nonostante l’indicazione della Corte, che non considerava i crimini commessi da Battisti come politici, ma comuni. Un aspetto che lo rendeva, e lo rende, passibile di estradizione».

Una permanenza voluta dal governo Lula.
«Se oggi Battisti vive nel nostro Paese, lo si deve a una decisione del governo brasiliano. Adesso è nata questa novità della sua recente detenzione con flagranza di reato, ma tutto ciò non influisce sull’estradizione».

Il governo Temer può usare la vostra decisione del 2009 o deve chiedervi un nuovo pronunciamento?
«Il governo deve rivedere la decisione di Lula, non quella della Corte, che si è già pronunciata a favore. Bisognerebbe sottoporre nuovamente la richiesta al Presidente Temer, ma immagino che le autorità italiane l’abbiano già fatto».

La difesa di Battisti sostiene che non sia possibile riconsiderare la decisione di Lula, appellandosi a una presunta prescrizione dopo 5 anni. Questa tesi corrisponde al vero?
«No, non esiste quest’aspetto per gli atti di sovranità».

Temer può modificare la decisione di Lula?
«Sì, certo, anche perché l’atto che autorizza l’estradizione di Battisti continua ad essere in vigore».

Il recente reato di Battisti interferisce con una possibile estradizione?
«No, è sufficiente che il Presidente lo esenti dal rispondere al processo, determinando la sua consegna allo Stato italiano».

E il fatto che Battisti sia sposato con una brasiliana e abbia un figlio a carico?
«Non è un impedimento, abbiamo una giurisprudenza robusta a riguardo».

La difesa di Battisti ha già presentato un habeas corpus preventivo alla Corte. Esistono i margini per concederlo?
«Non è ancora stato deciso nulla. Il caso è affidato al giudice Luiz Fux, che però non si è manifestato. Se la Presidenza opterà per l’estradizione, la Corte dovrà pronunciarsi in base alle richieste della difesa».

Nel 2009, lei era presidente della Corte e relatore di un caso riguardante Battisti, esatto?
«Sì, ricoprivo entrambi i ruoli. Come relatore ho seguito la questione sullo status di rifugiato».

Come andarono realmente le cose in quel processo?
«A mio modo di vedere, non era mai stata usata una giurisprudenza che consentisse al Presidente della Repubblica di autorizzare un’estradizione. L’esecutivo era obbligato a eseguire ciò che decideva il giudiziario, ma in quel caso si tenne conto di una serie di singolarità e precedenti. Una situazione contraddittoria».

Il voto della Corte fu condizionato dalle pressioni del governo Lula?
«Sì, certamente. Tutti conoscono i movimenti di sinistra e le loro simpatie per certi personaggi: hanno esercitato una pressione enorme sul governo, trasformandola in pressione sull’Stf».

È nota la sua amicizia con il Presidente Temer. Lei che lo conosce ritiene che alla fine estraderà Battisti?
«Io penso che, come esistono dei gruppi di sinistra che furono decisivi per la permanenza di Battisti, così esiste una maggioranza silenziosa favorevole alla sua estradizione. Se il Presidente dovesse concedere l’estradizione, avrebbe un ampio sostegno da parte della popolazione».

Chi si sta occupando di quest’estradizione?
«Mi pare che la decisione sia nelle mani del ministero della Giustizia e della Presidenza della Repubblica, attraverso la Casa Civile. È molto probabile che il governo comunichi la sua posizione a stretto giro».

Quindi, lei garantisce che se domani Temer decidesse di restituire Battisti all’Italia, non esisterebbe alcun tipo di ostacolo giuridico?
«Esatto, nessun impedimento. Battisti può essere tranquillamente estradato».
 

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