I giornalisti furono arrestati il 29 dicembre 2013 in un hotel dove soggiornavano capitale egiziana e il processo iniziò il 20 febbraio del 2014. Il 23 giugno dello scorso anno la Corte d'assise condannò Peter Grestie e Mohamed Fahmi a 7 anni di reclusione, mentre Mohamed Baher a 10 anni di prigione, perchè trovato in possesso, secondo l'accusa, di un proiettile.
La sentenza scatenò critiche e polemiche da parte di associazioni che difendono la libertà di stampa e attivisti per i diritti. Il 1 gennaio 2015 la Corte di Cassazione ha annullato il processo di giugno e ha disposto che venisse rifatto. Il primo febbraio 2015 le autorità egiziane hanno rilasciato l'australiano Greste e lo hanno espulso dal Paese. Gli altri due reporter furono poi scarcerati su cauzione, ma restano in regime di libertà vigilata.
Il commento
«La condanna a tre anni per i giornalisti di al Jazeera è una sentenza contro la libertà di stampa».
Lo ha affermato all'Ap, Amal Alamuddin Clooney, moglie della star Usa e legale del reporter Mohammed Fahmy. «Con la sentenza si invia un messaggio molto pericoloso in Egitto, che i giornalisti possono essere arrestati solamente perchè stanno facendo il loro lavoro e che in Egitto ci sono giudici che permettono che le loro aule diventino strumenti di repressione politica», ha detto Amal Alamuddin Clooney.