Era il 24 agosto 2010 quando al grande evento musicale morirono, schiacciate dalla folla, 21 persone tra cui l’italiana Giulia Minoli. Due anni fa i procuratori avevano incriminato quattro dipendenti della società organizzatrice dell’evento di musica dance e sei dipendenti comunali. Ma il tribunale aveva fatto cadere tutte le accuse. Oggi la decisione della Corte d'Appello: il processo si farà.
«Finalmente viene fatta giustizia» questo il primo commento di Nadia Zanacchi, la madre di Giulia Minola, unica italiana tra le 21 vittime della Love Parade . «Spero - aggiunge la donna - che si possa arrivare alla completa verità e che non ci si limiti a guardare agli attuali dieci imputati».
Il processo potrebbe iniziare entro fine anno: «Il nostro avvocato - spiega Nadia Zanacchi - ci ha spiegato che i tempi potrebbero essere o prima di Natale o al massimo ad inizio 2018».
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