Comunali, Renzi: «La serietà paga». Il sollievo del governo

Comunali, Renzi: «La serietà paga». Il sollievo del governo
di Marco Conti
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Lunedì 12 Giugno 2017, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 20:58

Sono elezioni amministrative. Un voto a macchia di leopardo. Ci sono molte liste civiche. Tutto vero, ma nove milioni di elettori varranno più di un sondaggio! D'altra parte solo un anno fa si celebrava e si dava per scontata l'inarrestabile avanzata grillina dopo le vittorie della Appendino a Torino e della Raggi a Roma. L'elettorato liquido ha quindi colpito ancora, lasciando stavolta sul terreno il leader che più di tutti in queste elezioni ci ha messo la faccia: Beppe Grillo. Il comico genovese ha girato l'Italia da Nord a Sud mentre Matteo Renzi ha preferito lasciar fare al suo vice Maurizio Martina e Silvio Berlusconi si è limitato a qualche telefonata. Discorso a parte per la Salvini che sotto Roma non è andato e non riesce ancora a scendere.

FAVORE
Rischioso spendersi nell'ultimo test elettorale prima delle elezioni politiche di febbraio-marzo. Ancor più complicato qualora la legislatura fosse stata interrotta a settembre. Grillo ha invece sfidato le leggi della fisica. Quelle della mela che cade o dell'eppur si muove. Quelle che si applicano a tutti partiti e quindi anche al M5S che tale viene ormai considerato dagli elettori. L'avanzata grillina si ferma, perché Grillo non è più considerato un outsider e nella sfida a due del ballottaggio il terzo polo - per ordine di nascita - resta ovunque fuori. Matteo Renzi, che ieri sera ha seguito lo spoglio al Nazareno, lo aveva un po' previsto e un po' auspicato («pagheranno la giravolta, sono inaffidabili») dopo che alla Camera il M5S aveva votato a favore dell'emendamento-Trentino provocando la fine dell'accordo a quattro sul sistema tedesco. Il prezzo dell'accordone a quattro sembrano pagarlo soltanto i Cinquestelle che «si sono sporcati le mani», come scrivono sui blog elettori pentastellati delusi o ignari che in Parlamento ci si sta anche per fare accordi. Ne sa qualcosa la Lega che a quell'accordo ha partecipato senza però pagare pegno, segno che forse i grillini hanno perso su due fronti: quello responsabile di Di Maio e quello duro e puro di Fico. Invece «il Pd va al ballottaggio ovunque», sottolinea l'ex premier commentando i dati con il presidente del partito Matteo Orfini arrivato a tarda sera al Nazareno.

Ovviamente ognuno dei mille comuni ha una storia a sè, ma ieri sera sono bastati i primi exit-poll a far tirare un sospiro di sollievo al Nazareno come a palazzo Chigi. Serrande abbassate a Chigi. Portone semi-chiuso al Nazareno, ma umore a mille anche se i più lontani dalla competizione di ieri sono stati proprio i ministri e lo stesso Paolo Gentiloni. Mai come in questo occasione riflessi diretti sull'esecutivo erano da escludere anche prima dello spoglio delle urne. Occorre attendere l'analisi dei flussi elettorali per ricostruire a chi appartengano i voti delle tante liste civiche. In attesa dei ballottaggi che si terranno tra quindici giorni, il dato di ieri notte aiuta la tenuta dei partiti che appoggiano il governo. La competizione a sinistra e anche al centro è destinata a riaccendersi dopo le percentuali di ieri sera. In molti comuni, come a L'Aquila, il candidato del Pd avrebbe forse potuto vincere al primo turno se avesse avuto da subito i voti dei partiti alla sua sinistra. E così a destra dove è stata fortissima la concorrenza Lega-Forza Italia mentre i centristi son andati in ordine sparso.

VITTORIA
Coloro che attendono al cantiere dell'intesa Pd-Pisapia avranno molto da ragionare, anche se l'elezione dei sindaci è con il ballottaggio mentre alle elezioni politiche si voterà con i due Consultellum. Solo un anno fa la travolgente vittoria del M5S a Roma e Torino aveva contribuito ad affossare l'Italicum con il suo ballottaggio. Un rammarico per il segretario del Pd che - a differenza delle amministrative 2016 - ha affrontato la campagna elettorale dal Nazareno e non da palazzo Chigi, ma che può così sostenere che l'effetto-primarie continua e ieri si è trasferito nelle urne. Anche se Grillo dovesse ricorrere ad un altro Maalox per la sconfitta a Genova, il segretario del Pd non si fa però illusioni perché le elezioni politiche sono un'altra cosa anche se il test amministrativo dimostra che il Pd è in salute e che raccoglie percentuali in linea con quelle dei sondaggi. Cautela, da parte del segretario del Pd, dovuta anche ad un centrodestra che - anche se diviso alle amministrative - è in ripresa anche in comuni, come Parma, dove era stato devastato dalle inchieste della magistratura. Unica a far le spese del risultato di ieri è la legge elettorale tedesca tornata in Commissione e destinata a rimanerci.

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