Il due per mille ai partiti è un flop: incassati in tutto 325mila euro

Il due per mille ai partiti è un flop: incassati in tutto 325mila euro
di Diodato Pirone
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Sabato 11 Luglio 2015, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 21:47
Nel 2014 solo 16.518 italiani (diecimila circa dei quali a favore del Pd) hanno finanziato i partiti con il meccanismo del “2 per mille” del 730 utilizzato da 41 milioni di contribuenti. I versamenti complessivi sono miserrimi: 325 mila euro. I dati sono stati diffusi dal Dipartimento delle Finanze del Tesoro che segnala in testa alle ”donazioni fiscali” il Pd con 199 mila euro; seconda la Lega ma a grande distanza con 28 mila euro. La Lega batte anche sul fronte fiscale Forza Italia che arriva terza con 24mila euro.

Che il meccanismo del ”2 per mille”, introdotto dalla nuova legge che abolisce (gradualmente) dal 2017 il finanziamento pubblico dei partiti, sarebbe stato poco utilizzato francamente non è una sorpresa. Ma i dati sono addirittura inferiori alle previsioni anche perché pochissimi italiani sanno di avere a disposizione questo meccanismo. Meccanismo che (letteralmente) non costa nulla: in pratica basta barrare una casella del 730 e lo 0,2 per mille delle proprie tasse (quindi non sin tira fuori nulla di tasca propria) andrà al partito prescelto.

IL PIÙ GETTONATO

Nel 2014 (quindi sui redditi 2013) il partito più “gettonato” nella classifica delle donazioni è stato il partito democratico: al Pd sono andati infatti 199.099 euro da 10.157 contribuenti. Segue la Lega con 28.140 euro da 1.839 contribuenti e Fi con 24.712 euro da 829 contribuenti. La Sel di Vendola incassa 23.287 euro da 1.592 contribuenti segue Sudtiroler Volkspartei con 16.600 euro da 511 contribuenti. Al Partito Socialista italiano vanno 9.686 euro da 591 contribuenti. A Fratelli d'Italia arrivano 9.326 euro (510 'donatorì), a Scelta Civica 7.102 euro da 156 contribuenti. Poco più di 4.000 euro da 180 contribuenti vanno a Union Valdotaine, mentre l’Udc raggranella 3.084 euro (114 contribuenti). Chiude la classifica con 656 euro da 39 contribuenti il Partito Autonomista Trentino Tirolese.



Intanto sempre sul fronte del finanziamento ai partiti sta nascendo un caso relativo alla rata del finanziamento pubblico 2015 pari a circa 16 milioni da versare entro la fine del mese.



Il problema è che manca la certificazione dalla commissione di garanzia degli statuti e per il controllo dei rendiconti dei partiti politici sui bilanci nel 2013, per cui al momento è impossibile erogare la rata. L’erogazione materiale spetta alla Camera dei Deputati e la presidente Boldrini ha dato mandato a Gianni Melilla di Sel di approfondire le «conseguenze giuridiche derivanti dalla mancata espressione del giudizio di regolarità in merito ai rendiconti 2013», riferendo all'ufficio di presidenza entro la fine di luglio.E’ probabile che la qustione finirà con una multa per i partiti.

Da registrare infine la diffusione del bilanco 2014 di Forza Italia da parte dell’agenzia Adnkronos. Spulciandolo ne emerge un disavanzo di quasi 12 milioni. E per «effetto di questo risultato», scrive nella relazione gestionale il tesoriere unico Mariarosaria Rossi, «il disavanzo complessivo aumenta, passando da 83.548.735 euro del precedente esercizio a 95.430.062 euro».

L’intero passivo verso le banche è stato azzerato dall’intervento di Silvio Berlusconi. Dal bilancio emergono parecchie curiosità.

Nel 2014 Forza Italia ha speso poco più di 792 mila euro per consulenze; oltre 523mila euro per Internet e altrettanto per i servizi del “centro elaborazione dati”; 284mila 850 euro di luce e bollette telefoniche. E ancora: 272mila 131 euro per “vigilanza e guardania” e 195mila 324 euro di pulizie e 105mila 503 euro sborsati per consultare le agenzie di stampa.
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