Soldi ai partiti, Renzi rilancia sul terreno dei grillini e taglia il tetto del “due per mille”

Soldi ai partiti, Renzi rilancia sul terreno dei grillini e taglia il tetto del “due per mille”
di Diodato Pirone
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Venerdì 16 Ottobre 2015, 18:47 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 12:49
Come ”aumentare” i fondi ai partiti tagliandoli. L’operazione, abilissima e raffinata sia dal punto di vista politico che da quello mediatico, porta la firma del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Oggi infatti il premier ha annunciato d’aver inserito nella legge di stabilità un tetto ai fondi per i partiti garantito dal meccanismo del 2 per mille inferiore (e di molto) rispetto a quello attualmente previsto dalla legge.



Una bella sforbiciata? Non esattamente e per capirlo bisgona partire dalla legge di riforma del finanziamento pubblico del 2013 (governo Letta) che ha previsto la graduale sostituzione dei fondi pubblici che termineranno nel 2018 con un contributo, il 2 per mille, che i cittadini possono devolvere dalle proprie tasse firmando una apposita casella della dichiarazione dei redditi (730 o Unico). La legge prevede però un tetto nell’erogazione del 2 per mille di 9,5 milioni nel 2015, 27 milioni nel 2016 e 45 milioni nel 2017 in modo da non farlo pesare sui conti pubblici più del vecchio finanziamento pubblico. Con la Finanziaria appena varata Renzi taglia drasticamente il tetto a 20 milioni per il 2016 e per il 2017.



Gli osservatori più attenti, però, ricordano l’entità del gettito del 2 per mille di quest’anno: circa 10,5 milioni. Garantiti da ben 900.000 cittadini che lo hanno firmato. Un successo inaspettato, è evidente. Tanto che nei forzieri dei partiti sta arrivando (il pagamento è in più tranche) circa un milione in meno di quanto ottenuto in via teorica per via del tetto di circa 9,5 milioni.



Il punto dunque è il seguente: sulla base di queste cifre è seriamente ipotizzabile che il 2 per mille possa determinare un gettito di 45 milioni per i partiti fra due anni con un quadruplicamento delle firme pro 2 per mille. Davvero improbabile. Per questa ragione il tetto definito dal premier più che un taglio ai partiti sembra somigliare ad una presa d’atto della realtà.

E tuttavia l’operazione consente legittimamente al premier di parlare di taglio. E dunque si tratta dell’ennesima prova di abilità mediatica cui il premier ci ha abituato. Ma anche di una risposta abile al polverone sollevato dai 5Stelle sulla recentissima leggina Boccadutri che, tra le chiassose proteste pentastellate condivise da molti giornali, ha sbloccato poco più di 30 milioni di vecchi finanziamenti ai partiti rimasti incagliati per intoppi burocratici nonostante i partiti avessero fatto certificare i loro bilanci del 2013 e del 2014.



Con la Boccadutri i partiti, per quanto avessero molte ragioni dalla loro parte, agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica sono riusciti a passare dalla parte del torto.



Il taglio al tetto del 2 per mille, invece, consente a Renzi di apparire come ”nemico” dei partiti agli occhi dell’opinione pubblica che non ha stima della politica ma al tempo stesso di rassicurare la politica sui canali di finanziamento. Se non altro una risposta raffinata al semplicismo dell'anti-politica.
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