RIETI - Condanna a un anno e quattro mesi per il titolare del bed and breakfast a luci rosse “Holiday”, a Santa Rufina di Cittaducale, «per aver consapevolmente tollerato l’esercizio dell’attività di meretricio all’interno di una pubblica struttura, in violazione delle disposizioni contemplate nella legge Merlin». Dichiarato prescritto il reato di detenzione di munizioni (39 quelle ritrovate), che non erano state regolarmente denunciate. È stato invece assorbito nella fattispecie penale più grave - trattandosi di pluralità di reati commessi dallo stesso imputato - il terzo capo di imputazione, relativo allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e connesso all’omessa registrazione di una donna con permesso di soggiorno scaduto.
I passaggi. Il pubblico ministero Lorenzo Francia aveva sollecitato una richiesta di condanna di 3 anni di reclusione. Il collegio del tribunale di Rieti ha condannato l’80enne reatino, F.P., a un anno e 4 mesi - minimo della pena - ritenendo che l’imputato avesse fornito alle donne dei miniappartamenti che, seppur destinati a un utilizzo privato, erano comunque facenti strutturalmente parte del plesso ricettivo. Al contrario, la difesa (avvocatessa Daniela Munzi) aveva ribadito come quegli appartamenti, ceduti in locazione, fossero comunque da considerarsi avulsi dal contesto pubblico, in quanto non attinenti al vero e proprio corpo immobiliare in cui insistono le pertinenze più precisamente riconducibili al b&b, tanto che le prostitute (come emerso nell’istruttoria dibattimentale) non avrebbero mai gravitato nelle aree pubbliche destinate a b&b.
Motivazioni che, con ogni probabilità, verranno riproposte in Appello, una volta valutate le motivazioni del dispositivo di sentenza che verranno depositate tra 90 giorni.
La vicenda. C’erano Anica, Ionela e Roxana oppure Mariulanda, Camelia e Mariaelena: ogni rapporto sessuale aveva un costo di 50 euro tra le mura del b&b “Holiday”, dove le ragazze guidavano telefonicamente i propri clienti, indicando loro strada, luogo e numero della porta dove bussare. Un’attività di prostituzione che si sarebbe consumata tra il febbraio 2016 e marzo del 2018. Lì i clienti potevano usufruire di prestazioni sessuali a pagamento all’interno dei bilocali della struttura ricettiva, di cui era titolare l’80enne reatino che - rispetto agli addebiti contestati - aveva sempre preso le distanze, ribadendo che le donne erano semplici locatarie e di non essere egli a conoscenza, anche perché non sempre presente nella struttura, delle loro attività negli appartamenti.
Però - secondo le risultanze investigative dei carabinieri di Cittaducale, coordinati dal maggiore Marco Mascolo - quei piccoli bilocali erano delle vere e proprie alcove, adibite alla prostituzione e abitualmente frequentate da insospettabili reatini di varie età, ma anche da molti clienti provenienti dalle limitrofe province di Roma, Terni e L’Aquila.