«Mi è piaciuto creare un intreccio in cui si fondono questi due approcci – spiega Angelucci – Mettendo in evidenza l’importanza dell’ascolto e dell’amicizia, che può nascere anche attraverso le sbarre, abbattendo muri e costruendo ponti». È proprio su queste disuguaglianze che si basa il romanzo, in cui gioca un ruolo fondamentale anche il tema del viaggio, inteso non solo come mezzo per mettere in contatto realtà differenti, ma anche come esplorazione del proprio io. “Il Viaggio di Tito”, come suggerisce il titolo stesso, è un percorso interiore ed esteriore, che vuole far conciliare passione e ragione, sogno e realtà.
«Sono un grande fan di Fabrizio De André e una sera, mentre lo ascoltavo
Un romanzo avvolgente quello dell’autore reatino, che il mese scorso ha presentato la sua opera anche al Liceo Classico “Machiavelli” di Lucca, dopo aver vinto il Premio Letterario Nazionale “Carlo Piaggia”. “Il Viaggio di Tito”, della casa editrice “Nuove Tendenze”, è stato da poco messo in vendita anche nelle migliori librerie della nostra città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA