Tira un sospiro di sollievo la mamma di una delle vittime dell’ex colonnello dell’Esercito. Lei, che non si è mai persa un’udienza, ascolta commossa le parole del giudice senza mai distogliere lo sguardo dall’imputato: «Paolo Nicastro Guidiccioni colpevole». Ieri mattina, nel tribunale di piazzale Clodio, è arrivata la condanna a 8 anni di reclusione per il 55enne romano che avrebbe abusato di due ragazzini, figli dei suoi amici d’infanzia. «Avrei preferito 10 anni come aveva richiesto il pm», commenta la mamma di Paolo (nome di fantasia). È lui, all’epoca 13enne, la prima delle vittime di Nicastro e quella che ha subito maggiormente le conseguenze di quegli abusi perpetrati nel tempo. «Quello che ha fatto quella persona è terribile, ma sono soddisfatta comunque per essere arrivati a una condanna di questo tipo - continua la donna - Mio figlio purtroppo si sforza di stare bene, ma dentro soffre ancora tantissimo». E infatti nonostante siano passati anni da quelle estati terribili del 2019, scandite da violenze e segreti, Paolo prosegue il suo percorso con una psicoterapeuta per affrontare il trauma che ha inciso sul suo equilibro sociale e psichico.
Canzoni struggenti
Un malessere che esprime anche attraverso i testi delle sue canzoni; alcuni passaggi vengono letti in aula: «Non auguro a nessuno quello che è successo a me.
Soddisfatti gli avvocati Elisabetta Perugini e Fabio Belardi, che molto si sono spesi durante le udienze per far emergere la personalità subdola di Nicastro. «Uno degli elementi più inquietanti emersi durante le indagini - spiega l’avvocatessa Perugini - è che lui non si è mai pentito per il trauma inflitto. A lui delle vittime non interessa, gli è sempre e solo importato salvaguardare la sua persona e il rapporto di fiducia (inevitabilmente venuto meno) con i genitori dei ragazzi, che all’epoca erano suoi amici d’infanzia». Oltre alla condanna a 8 anni di carcere il giudice ha disposto un risarcimento di 50mila e 40mila euro per le due vittime di Nicastro e 5mila euro per ciascun genitore. Ha imposto inoltre il divieto assoluto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minorenni, una misura di sicurezza valida per due anni. «I soldi non restituiranno la serenità a mio figlio - dichiara la madre della vittima dopo la sentenza - In tutto questo tempo non ha voluto leggere o sapere nulla del processo per evitare di rivivere quei momenti. Adesso finalmente abbiamo messo fine a questa vicenda che ha creato a tutti una grande sofferenza».