I colori indistinguibili, seppur tutti e quattro avessero il volto coperto, per lui non lasciano adito a dubbi: «Erano tifosi laziali, si capiva benissimo dai colori che portavano addosso». Per Gonario Fiore, che saltuariamente lavora come barista al “Clover pub” di viale Angelico, gli uomini entrati nel locale dopo il Derby erano tifosi biancocelesti. E hanno colpito alla cieca gli “avversari” romanisti. Mentre le indagini della Digos sono solo all’inizio, l’uomo prova a spiegare (anche se una spiegazione difficilmente si potrà dare) quanto accaduto. «Ho saputo che già nel pomeriggio, intorno al pub, si era visto un gruppo di ragazzi che girava - ricorda il signor Gonario - poi questi quattro sono entrati, incappucciati, e hanno iniziato a distruggere quello che c’era dentro al locale e a colpire questa persona che ha poi detto che erano in possesso di cacciaviti e da quello che so io non erano coltelli». Il “Cloverpub”, come già detto, è un locale dove si ritrovano i tifosi romanisti. «Evidentemente questi dopo la partita, dopo un bel po’ perché era da poco trascorsa la mezzanotte hanno aspettato, a mio avviso, per poter agire e fare quello che volevano fare perché questo comunque è il pub dei romanisti».
Il titolare del locale non è in pericolo, «è stato colpito al fegato ma ci ho parlato, sta bene», prosegue Fiore.
Il Clover Pub fa presente quanto segue: «Il signor Gonario Fiore non è, né è mai stato, socio del pub, né titolare di alcuna posizione gestoria. Come tale egli non può accreditarsi come contitolare del Clover Pub, come ha fatto in precedenti dichiarazioni. Egli, inoltre, non era presente ai fatti di cui all’articolo e quindi le sue dichiarazioni su quanto avvenuto non possono che essere informazioni indirette, verosimilmente da lui raccolte nel quartiere e autonomamente rielaborate».