Roma, l'assessora Barbara Funari: «Tutti insieme al lavoro per tutelare il diritto alla salute»

La garante per i Diritti per le persone anziane Laila Perciballi: «Tra i diversi progetti abbiamo voluto approfondire il tema della sicurezza e delle barriere architettoniche, perché terza età e disabilità hanno molte questioni comuni»

Roma, l'assessora alle politiche sociali Barbara Funari: «Tutti insieme al lavoro per tutelare il diritto alla salute»
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 15:29

Il diritto alla salute al centro della Giornata nazionale del personale sanitario, socio sanitario, socio assistenziale e del volontariato del 20 febbraio. L'assessora alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale Barbara Funari ha incontrato, insieme alla garante per i Diritti per le persone anziane Laila Perciballi, i rappresentanti degli ordini delle professioni sanitarie di Roma. «Siamo tutti insieme al lavoro - ha sostenuto l'assessora Funari - per tutelare il diritto alla salute, alle cure, alla vita attiva per gli anziani. Ringrazio tutti gli operatori sanitari che, ciascuno con le proprie competenze e professionalità, si spendono ogni giorno nei luoghi della sanità pubblici e privati. Abbiamo aperto un primo tavolo di lavoro per proseguire insieme, con spirito di collaborazione, con un ricco programma di iniziative per facilitare, ad esempio, le relazioni tra generazioni e contrastare la solitudine e l'isolamento».

«Tra i diversi progetti avviati a tutela della salute, abbiamo voluto approfondire - ha spiegato la garante Perciballi - il tema della sicurezza e delle barriere architettoniche, perché terza età e disabilità hanno molte questioni comuni.

Abbiamo promosso anche la marcia per la salute (globale) per diffondere la cultura della prevenzione: un appuntamento annuale al Villaggio per la terra che si terrà dal 18 al 21 aprile. E ancora, si è chiesto a ciascun professionista un'ora al mese del proprio tempo, che diventano migliaia di ore di volontariato, a disposizione della comunità e della terza età per dare maggiore impulso alla domiciliarità».

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