Pertini choc, le formiche nel letto dell'ospedale. «Mio marito morso dagli insetti, aveva bestioline sulle sue gambe»

Maria Martini: «Entravano da un buco sul muro»

Pertini choc, le formiche nel letto dell'ospedale. «Mio marito morso dagli insetti, aveva bestioline sulle sue gambe»
di Giampiero Valenza
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Martedì 8 Agosto 2023, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 13:50

Per alcuni giorni ha avuto le formiche che gli camminavano sul letto d'ospedale. E lui, allettato, non ci ha potuto fare niente. Protagonista di questa storia è Franco, 86 anni, entrato al pronto soccorso del Pertini lo scorso 28 maggio. La sua storia è di una lunga battaglia sanitaria che continua a combattere. La moglie, Maria Martini, ne è cosciente e sa quanto complesse siano le condizioni del marito. Intorno alla seconda metà di luglio è lei a notare che in quella stanza d'ospedale c'è qualcosa che non va. «Il 22 luglio, verso le 20, tolgo le lenzuola dai piedi di mio marito, allettato e trovo tante formiche che passeggiavano indisturbate - racconta - Ho chiamato immediatamente gli infermieri che mi avevano detto di aver già comunicato da giorni il problema delle formiche nella stanza». Sta di fatto che, in quella zona di isolamento del reparto di medicina, Franco aveva le formiche che camminavano sul corpo dell'uomo e la moglie, per cercare di sistemare nel più breve tempo possibile la questione, ha portato da casa alcune trappole per fermare gli insetti a terra e non farle salire sul lettino.

 

Il peggioramento

«La mattina del 24 luglio torno in ospedale verso le 7 e la situazione era nettamente peggiorata: trovo i piedi di mio marito sanguinanti a causa dei morsi delle formiche che ho tolto personalmente dalle ferite causate da loro», aggiunge. Accorrono gli infermieri e, davanti allo sguardo della moglie, si rendono conto che le formiche riescono a entrare in camera attraverso una crepa sul muro che affaccia direttamente su un giardino. La caposala, secondo quanto racconta la donna, provvede a disporre le cure dell'uomo con un cambio e la pulizia. Le condizioni sono rimaste critiche: la famiglia del paziente per cercare di trovare una soluzione ha allertato la direzione ospedaliera del Pertini ma anche la presidenza della Regione Lazio: l'amministrazione Rocca ha chiesto un riscontro in merito a quanto accaduto all'uomo, ancora ricoverato nella stanza d'ospedale del reparto di medicina.

 

Le ferite

«È assurdo che per alcuni giorni ci sia stato il problema delle formiche che sono entrate indisturbate all'interno di una camera d'ospedale, un luogo che dovrebbe avere livelli elevati di sorveglianza - aggiunge la moglie di Franco Vezzosi - Capisco lo stato di salute di mio marito, ma non posso accettare che le formiche entrino e salgano fin sul corpo di un uomo malato e sanguinante».
La donna tutti i giorni va a visitare il marito. La sofferenza è palpabile ed è preoccupata per il decorso che, a prescindere dalla patologia di cui soffre il marito, ha vissuto anche in queste condizioni. «Cerco, per quanto posso, di alleviargli il dolore - aggiunge Maria Martini - Per diversi giorni mio marito ha avuto a che fare con le formiche nella stanza e nonostante gli interventi fatti è molto grave che a distanza di settimane non si sia riparato il buco nel muro. La direzione ospedaliera ci ha risposto dicendo che gli interventi sono stati fatti, ma a quanto posso vedere tutti i giorni le condizioni della struttura non sono mutate: bisogna sistemare il foro da cui potrebbero rientrare». «Credo che la storia di mio marito non debba ripetersi in nessun ospedale della Regione - conclude la donna - Il mio appello va al presidente della Regione Francesco Rocca, che ha chiesto dettagli alla direzione dell'azienda ospedaliera, perché possa procedere a un controllo a tappeto in tutte le strutture sanitarie regionali. Questo stato di cose è davvero inaccettabile nel 2023, figuriamoci in una zona, come un letto di ospedale in isolamento, dove ci sono persone sofferenti che dovrebbero essere in ambienti protetti e molto controllati».

 

L'eccellenza

L'ospedale Pertini si trova in via dei Monti Tiburtini, nel quadrante Est della città ed è gestito dalla Asl Roma 2.
Ha un vasto bacino d'utenza, composto non solo dalle 500 mila persone presenti nel comprensorio, ma anche da circa 200 mila non residenti e che quotidianamente gravitano in questo quadrante della città. Il bacino d'utenza psichiatrica, invece, è molto più grande e arriva a circa 720 mila persone. È una struttura d'eccellenza per alcuni settori: infatti, è stato eletto a centro di riferimento regionale per la sclerosi sistemica. Si tratta di un Dea di primo livello e per la rete di emergenza degli adulti nell'area Est della Capitale si somma agli altri ospedali Casilino, Tor Vergata e Vannini.

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